Come si realizza un insegnamento linguistico da remoto? Come, più precisamente, si insegna l'italiano nelle scuole slovene della costa, scuole che prevedono lo studio della nostra lingua come L2, in questo periodo di didattica a distanza? Abbiamo posto la domanda a un giovane professore della Scuola elementare di Capodistria, il principale istituto dell'obbligo in lingua slovena della città. Rok Kobal insegna italiano e inglese dalla quinta in su. L'italiano, in questa fascia di scuola, si studia due ore alla settimana.
"Per prima cosa devo dire che la scuola a distanza è sicuramente un'esperienza faticosa sia per noi docenti sia per gli alunni sia per le loro famiglie. Ma credo che nel complesso la scuola e i docenti, tutti i protagonisti insomma, si siano adattati velocemente a questa situazione di crisi, e che insieme abbiamo già compiuto buoni progressi. Nella nostra scuola la direzione ha risposto a questa emergenza organizzando delle videoconferenze che mantengono il ritmo della settimana. Così, spesso ci sentiamo tra colleghi, anche come collegio docenti, per rimanere allineati nelle modalità e quantità di consegna del lavoro ed evitare di sovraccaricare i ragazzi di contenuti. Sono tanti gli spazi virtuali a disposizione di insegnanti e studenti per tenersi in contatto e proseguire con la didattica. Noi stiamo cercando percorsi alternativi, c'è chi fa video lezioni in live-streaming tramite la piattaforma Zoom, poi video chiamate e video registrazioni, c'e' chi sfrutta lavagne virtuali e si ingegna per trovare nuovi modi per comunicare con la classe. Penso che questo sia di grande importanza soprattutto per lo studio delle lingue, poiché in questo modo gli alunni hanno la possibilità di sentire e di rimanere in contatto con la lingua, e di svolgere esercizi interattivi tramite le aule virtuali, restando così sempre motivati". (o.r.)