La Slovenia offre i propri effettivi all'Italia per partecipare assieme alla missione umanitaria per aiutare la popolazione di Gaza. Ne avevano parlato i due premier nelle scorse settimane durante la visita di Robert Golob a Roma ospite di Giorgia Meloni, il Governo di Lubiana lo scorso 30 novembre aveva accolto una dichiarazione d'intento in favore dell'iniziativa. Tra le opzioni sul tavolo l'impegno dell'esercito sloveno sulla nave ospedale della marina militare italiana Vulcano, che a metà novembre è salpata per raggiungere, via Cipro, le coste della Stricia di Gaza, per dare sostegno sanitario alla popolazione civile palestinese coinvolta nel conflitto tra Israele e Hamas. A bordo dell'imbarcazione da 27mila tonnellate si trovano ambulatori, strumenti diagnostici e sale operatorie. La nave Vulcano trasporta anche materiale di prima necessità e medicinali.
Dopo che saranno terminate le fasi iniziali di dislocamento verrà predisposta anche l'installazione a terra di un ospedale da campo. Sia su Vulcano che nell'ospedale da campo, aveva deciso il ministero della difesa italiano, potrà essere impiegato personale sanitario proveniente da tutti i paesi e organizzazioni internazionali che vorranno partecipare alla "missione umanitaria a favore della popolazione civile palestinese" in assetto Role 2. Si tratta dell'assetto fondamentale della NATO su cui poggia il supporto sanitario in attività operative, grazie al quale sarà inclusa la Slovenia. Succederà non appena il Governo sloveno darà luce verde alla missione. Da un lato l'esecutivo lavora con l'Italia e gli altri partner europei per definire tutti i parametri chiave della missione, si attende il nulla osta di Israele, dall'altra di cerca l'accordo interno tra ministero degli esteri e quello della difesa. Il ministero degli esteri propone altre forme di aiuto, come la riabilitazione dei pambini palestinesi al Centro Soča oppure offire agli studenti palestinesi la possibilità di studiare presso l' Università Euromediterranea di Pirano. (ld)