Bloccate dal veto sospensivo del Consiglio di Stato le modifiche alla legge con le quali il Parlamento ha cancellato l'integrazione all’attività di lavoro, introdotta nel 2012, nel pieno della crisi economica, per aiutare i senza lavoro e come incentivo a cercare un impiego. A proporre il veto erano stati i sindacati. Per essere confermata la normativa, /voluta dal Ministero del Lavoro secondo cui nelle condizioni attuali l'integrazione rappresenterebbe un ostacolo alla crescita dell'economia e all'occupazione, proprio quando c’è carenza di forza lavoro/, dovrà ora ottenere la maggioranza assoluta dei parlamentari, cioè almeno 46 voti. Ricorderemo che le modifiche erano state approvate con 34 voti a favore, 18 i contrari. Si erano espressi per l'abrogazione Lista Šarec, Partito del Centro Moderno, Desus e Partito Nazionale, contrari però Socialdemocratici e Sinistra, mentre il Partito Alenka Bratušek aveva lasciato i propri parlamentari votare secondo coscienza. Coalizione divisa quindi ed è molto difficile che ora l'Aula riesca a trovare i voti necessari. Ciò rischia di aprire nuovi contrasti nel governo, a cui si aggiunge la minaccia del partito Levica-Sinistra, di togliere il sostegno, denunciando ripetute violazioni dell'accordo di collaborazione. Il Ministro della Salute, Aleš Šabeder, ha infatti illustrato alla coalizione una sua proposta per abolire l'assicurazione sanitaria integrativa, introducendo un contributo forfettario obbligatorio, che andrebbe direttamente nelle casse dell'istituto nazionale per l'assicurazione sanitaria e che ha trovato i partner di governo in linea di principio favorevoli all'idea. L'iniziativa del ministro è stata però accolta con notevole disappunto dalla Sinistra, che aveva già messo a punto una sua proposta, ora scavalcata, e che ha fatto dell'abolizione dell'assicurazione integrativa uno dei suoi cavalli di battaglia.
Delio Dessardo