L’atteggiamento verso il governo Janša, il bilinguismo, la scuola e anche il pedaggio autostradale nell’area istriana. È stato un confronto a tutto campo quello fra i due candidati al seggio specifico della minoranza italiana, Maurizio Tremul e Felice Žiža, riuniti negli studi di Radio Capodistria per uno degli ultimi appuntamenti elettorali prima della chiusura della campagna elettorale.
Il confronto, moderato da Stefano Lusa (qui il link all diretta facebook), è partito subito con l’aspetto che ha forse creato più polemiche nei mesi passati, vale a dire l’appoggio di Felice Žiža, deputato uscente, al governo Janša.
Tremul, molto critico con la linea seguita dall’attuale avversario, ha rigettato la paternità della definizione di “burattino” di Janša attribuita a Žiža, ma ha ribadito tutte le riserve sulle scelte fatte dall’avversario: “Ho espresso, anche in passato, opinioni in cui mi sono dissociato dalle scelte di Felice. È una cosa legittima in un contesto democratico - ha spiegato -, e dire che ho fatto il gioco dei partiti di opposizione è strumentale: quando i valori fondamentali vengono violati, bisogna capire da quali azioni bisogna dissociarsi, e se il prezzo è troppo alto. Ci è stato rinfacciato come italiani di aver sostenuto il governo Janša: ci deve essere un limite, non si può andare contro la libertà di coscienza”. “Io – ha aggiunto - avrei avviato delle consultazioni con la comunità nazionale prima di votare la fiducia e probabilmente avrei dato qualche voto negativo”.
“Quando collabori con un governo – ha replicato Žiža - devi anche accettare alcune cose, e non accettarne altre. Alcune norme le abbiamo fermate prima che arrivassero in aula, o modificate perché per noi non erano democratiche”. Žiža ha anche rinviato al mittente la definizione di “ago della bilancia”: “Negli ultimi mesi molte leggi sono state approvate con ben più di 46 voti, e non abbiamo votato ad esempio la legge sulla RTV perché non era democratica”. “Noi – ha aggiunto – non ci schieriamo né a destra né a sinistra, ma tuteliamo gli interessi degli italiani d’Istria. È bene che i connazionali s’interessino alla politica negli altri partiti, ma nel momento in cui rientrano nella comunità nazionale devono capire che siamo un partito che rappresenta gli italiani d’Istria”.
Anche sui rapporti con la madrepatria e sul ruolo che deve avere il deputato al seggio specifico le idee divergono: Žiža è favorevole alla creazione di una struttura che curi i rapporti con Roma, mentre Tremul ha rivendicato questo ruolo per l’Unione Italiana, ma ha anche invitato a non fare confusione fra la sua posizione di Presidente dell’Unione e quella di candidato e possibile deputato al seggio specifico.

Felice Žiža e Maurizio Tremul
Felice Žiža e Maurizio Tremul

Anche sul pericolo di una deriva autoritaria in Slovenia le opinioni sono state differenti: per Žiža “stiamo andando verso una democrazia liberale, il problema dell’opposizione è Janša – ha aggiunto - non la sua politica”. “Analisti, giornalisti internazionali, e anche l’Europa - ha risposto Tremul - hanno confermato che c’è un pericolo di una deriva autoritaria, non come quella di Orban certo, ma ci sono state dichiarazioni pesanti del premier contro i giornalisti che preoccupano”.
Tempo è stato dedicato al tema del bilinguismo e della scuola: Žiža ha ricordato i risultati ottenuti, “come l’ufficio per il bilinguismo, l’aggiunta per il bilinguismo alle strutture sanitarie, che consentirà di fare dei corsi gratuiti, e infine l’aumento delle competenze e della qualità dell’insegnamento della lingua italiana nelle scuole” ma per Tremul “l’ufficio per il bilinguismo è in mezzo al guado, va rafforzato con delle competenze di verifica e sanzione, e non ci sono risorse per fare i corsi per i medici.”
Entrambi hanno sottolineato come vada riposta grande attenzione al livello della lingua italiana degli insegnanti delle scuole italiane, un elemento centrale per la comunità nazionale. “Non è ammissibile – ha detto Žiža - che capiti che alcuni docenti abbiano competenze linguistiche inferiori agli studenti: bisogna mantenere la lingua d’insegnamento ai massimi livelli, di madrelingua, assumere solo se si ha un livello alto, e per chi già è assunto organizzare corsi di aggiornamento per insegnare in italiano corretto”. Tremul ha sottolineato però l’esigenza di inserire, oltre a un italiano corretto, anche elementi di cultura ed educazione italiana nelle scuole della comunità, peggiorate, ha detto, dalle leggi che sono state approvate in passato, “mentre bisogna garantire ai nostri ragazzi un percorso di qualità per tutto il ciclo scolastico”.
Un passaggio è stato anche dedicato anche alla possibilità di eliminare il pedaggio autostradale nell’area fra Rabuiese e Capodistria: un passo necessario, ma che fino a oggi , ha detto Žiža, è stato bloccato sistematicamente dalla Dars. Una posizione però contestata da Tremul, che ha rivendicato il ruolo della politica su decisioni, come questa, che potrebbero migliorare la qualità della vita dei cittadini.

Alessandro Martegani