Il deputato al seggio specifico della Comunità Nazionale Italiana al parlamento sloveno Felice Žiža, ad una settimana dal capovolgimento delle tabelle con gli odonimi a Capodistria, ha parlato della vicenda a partire dalle due missive inviate al premier Robert Golob e alla Presidente della Repubblica di Slovenia Nataša Pirc Musar. “Due lettere che avrebbero dovuto essere spedite prima, ma si stava ancora lavorando con il ministero”, ha detto Žiža. L’azione dello scorso venerdì portata avanti dal sindaco di Capodistria Aleš Bržan, però, ha fatto precipitare gli eventi e quindi si è deciso di inviarle questo lunedì.
Uno modo di agire, quello del primo cittadino di Capodistria, che Žiža ha detto di "rispettare", tanto che ha ringraziato lui e tutti coloro della maggioranza che in questi giorni hanno espresso la loro solidarietà e il loro sostegno alla Comunità Nazionale. “Una reazione positiva”, che dimostra come tutti gli abitanti di questa zona al di là della loro provenienza "sentano questo territorio come proprio, con un’identità particolare che anche loro vogliono difendere da coloro che non conoscono la storia di questi luoghi e agiscono in modo da riportare in auge tempi oscuri".
Le tabelle con gli odonimi non si trovano, però, solo a Capodistria, visto che sono presenti addirittura da più tempo (dal 2006) a Pirano, dove sino ad ora non è mai sorto alcun problema. Ma perché questa differenza rispetto a Capodistria? "A Pirano sono venti anni che andiamo avanti col progetto del recupero degli odonimi e dei toponimi storici”, ci spiega il presidente della CAN di Pirano Andrea Bartole, ma lì "non ci sono mai state denunce e quindi il problema non è mai emerso. Forse anche perchè esiste un'ambiente diverso, di maggiore convivenza e inclusività, tanto che si continua con l’affissione di nuove tabelle che sono perfettamente in regola sia per il Comune e sia per l’Istituto per i beni culturali ”.
Nonostante quello che è accaduto, Žiža continua a sostenere che la legislazione slovena è buona e che esiste un riconoscimento delle minoranze. A parere del deputato la Slovenia rispetterebbe la dichiarazione universale sui diritti umani e i diritti di tutti quanti e, quindi, si dice convinto che questa vicenda si risolverà per il meglio. Ma quali saranno i prossimi passi? “Abbiamo sentito che anche i deputati di Movimento Libertà vorrebbero modificare la legge sull’uso pubblico della lingua slovena come avevamo già proposto noi nel maggio del 2023 senza ricevere alcuna risposta ed alcun riscontro da parte del ministero della Cultura”, afferma; esprimendo la propria soddisfazione per il fatto che il partito di Golob "abbia preso in seria considerazione il fatto di modificare la legge in modo da scrivere al suo interno che le tabelle storiche, o meglio gli odonimi e i toponimi, non possono essere in alcun modo tradotti perché non sono traducibili in quanto nomi originali”.
A questo punto “va modificato il sistema”, conclude il presidente della Commissione toponomastica Damian Fischer, che considera la battaglia di Capodistria come “una lotta per la salvaguardia dei diritti di tutte le Comunità Nazionali Autoctone”.
Barbara Costamagna