Tutto lascia ritenere che il Censimento in Croazia sia destinato a passare alla storia. Le minoranze non dovranno più temere la conta ogni dieci anni, con i rilevatori impegnati sul campo ad andare di casa in casa. Al posto del Censimento, grazie alle banche dati elettroniche, dovrebbe esserci in futuro il Registro centrale della popolazione, gestito dalla Direzione fiscale del Ministero delle Finanze. Il dibattito pubblico sulla bozza di legge sul Registro presentata dal governo è trascorso sottotono: comunque ci sarà tutto il tempo di intervenire sul testo e migliorarlo durante l'iter parlamentare che avrà luogo probabilmente dopo le elezioni politiche. Alla prova dei fatti per le minoranze, comunque, nulla cambierà. I cittadini avranno l'obbligo di dichiarare la propria nazionalità che verrà inserita nel Registro, giacché a termini di legge diversi dei diritti delle minoranze dipendono dalla consistenza numerica delle stesse nei vari territori. Diverso è il discorso per la dichiarazione relativa alla madrelingua e alla fede religiosa: per il momento la bozza di legge prevede che sia facoltativa. Nel Registro della popolazione verrà inserita nell'insieme una marea di dati relativa a ogni cittadino, a iniziare dal reddito e dalle proprietà. Gli analisti ritengono che non ci sia Paese dell'Unione europea che abbia messo finora in piedi una banca dati così esaustiva sui singoli cittadini. Sono previste inoltre multe salate, da 660 a 2.650 euro, per chi non fornirà i dati richiesti dalla Direzione fiscale.
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