Il premier Plenković cerca di sdrammatizzare e fa capire di non temere questa rimonta dei socialdemocratici, anche se ieri ha convocato con una certa urgenza i vertici del partito: presidenza e consiglio nazionale. Al termine della riunione il leader dell'HDZ ha affermato che gli argomenti affrontati erano molto più seri e che su quest'ultimo non si è entrati nei dettagli poiché i sondaggi lasciano il tempo che trovano. "Anche cinque anni fa prevedevano una loro vittoria parlamentare e poi li abbiamo superati per 25 seggi", ha detto il premier aggiungendo che "gli ultimi dati serviranno da stimolo e incoraggeranno tutti i candidati ad essere oltremodo attivi ed impegnati nella presentazione di idee e programmi alle prossime amministrative".
L'ultimo sondaggio che, per la prima volta dal 2020 in qua, detronizza l'HDZ e colloca al primo posto l'SDP con un 26,3% contro un 26,1% naturalmente non è correlato alla prossima tornata elettorale anche perché il rating di alcuni partiti non supera la soglia del 5%. Ce la fanno solamente il Možemo/Possiamo e il Most/Ponte che si attestano rispettivamente al 10,2% e al 6,8% ma a livello locale sappiamo essere molto importanti pure altre formazioni politiche come il Movimento patriottico in Slavonia, la Piattaforma per il nord nel Međimurje o la Dieta democratica istriana in Istria.
Gli analisti comunque rilevano non tanto la crescita dei socialdemocratici quanto la tendenza negativa della Comunità democratica croata. E se la prima è sicuramente dovuta alla raggiunta stabilità interna, ma soprattutto al ruolo giocato e vittoria ottenuta dal Capo dello stato Zoran Milanović, la seconda va collegata ai numerosi scandali che hanno coinvolto ministri e persone vicine al partito e ai partner di coalizione. E sarebbe proprio il Movimento patriottico, la palla al piede dell'HDZ che, per governare, si trova ostaggio di politici conservatori e ultranazionalisti che non godono di grandi simpatie nell'elettorato di centro destra delle altre aree del paese.
