
È stato il Ministero all’agricoltura a fornire alcuni dati relativi ai prezzi dei prodotti di tradizione pasquale. E così - un esempio per tutti- il costo del cipollotto, immancabile sulle tavole croate in questo periodo, è aumentato del 42 per cento rispetto all’anno scorso; per un chilogrammo si spendono quasi 6 euro ma la cifra in alcune località, come ad esempio Pola, arriva addirittura ai 12 euro. A calcolare gli importi del paniere pasquale ci hanno pensato i Sindacati indipendenti e stando ai quali per una famiglia composta da tre persone si arriverà a spendere da un minimo di 122 ad un massimo di 435 euro, con il primo importo a caratterizzare – naturalmente – un cestello modesto, per non dire povero. Ricordando come lo stesso paniere nel 2024 andava da un minimo di 116 ad un massimo di 395 euro, si registra un aumento medio del 10 per cento. I sindacati rilevano comunque alcune anomalie e spiegano come nonostante la maggior parte dei prodotti alimentari siano scontati, alcuni fino al 60 per cento, la spesa pasquale risulta essere più cara rispetto ad un anno fa. “Ciò che una volta veniva considerato un risparmio, ora serve soltanto a ridurre la percezione degli aumenti”, rilevano gli esperti del settore secondo i quali non deve stupire l’esodo degli acquirenti nei negozi d’oltre confine, in primo luogo, in Slovenia ed Italia dove la qualità dei prodotti è superiore ed i prezzi sono più bassi. Nel contesto si ricordano ancora le misure governative contro il caro alimenti introdotte mesi fa e che limitavano il prezzo massimo per una settantina di prodotti. “Senza controlli, ispezioni e conseguenti ammende per i violatori delle disposizioni nulla può migliorare”, dicono i consumatori croati che sembrano rassegnati al loro destino: spendere più – anche in relazione ad entrate e salari - rispetto agli altri cittadine europei.
L.P.A.