Non ci sono precedenti nella prassi giudiziaria croata, che su un caso stiano indagando due istanze differenti. Nello specifico l' Ufficio di Zagabria dell' EPPO, la Procura europea e la Procura di stato, la vicenda è quella che tiene banco in Croazia da qualche giorno a questa parte. Vale a dire l' arresto dell' ormai ex ministro della salute Vili Beroš e di altre persone denunciate per malversazioni nell'acquisto pubblico di apparecchiature medico sanitarie. L' EPPO afferma di aver avviato le indagini nel luglio scorso in base alle intercettazioni di un gruppo WhatsApp nel quale veniva fatto il nome di Vili Beroš nella vendita di apparecchi sanitari a prezzi gonfiati agli ospedali. I reati ipotizzati in questo caso sono molto gravi, ossia associazione per delinquere, abuso di poteri, corruzione e traffico di influenza. Per la Procura croata invece che si messa in moto poche settimane fa, la posizione dell’ex ministro non sarebbe così grave, potrebbe eventualmente rispondere di traffico di influenza. Secondo gli esperti in materia, le due istanze giudiziarie dovrebbero mettersi d'accordo per evitare il caos. Sul tema il noto avvocato Anto Nobilo ha dichiarato allo Jutarnji list che probabilmente la Procura europea non ha fiducia nella Procura croata e pertanto porta avanti le indagini in maniera autonoma. Dal canto suo il Procuratore capo croato Ivan Turudić spinge affinché l' EPPO consegni la sua documentazione alla procura croata e quindi abbandoni le indagini. Intanto lo stesso Vili Beroš e altre tre persone coinvolte nello scandalo, si trovano in stato di fermo cautelare nel carcere di Remetinec.
Valmer Cusma