Poiché le presidenziali vengono indette da un minimo di 30 ad un massimo di 60 giorni prima dello scadere dell’attuale mandato e quello di Zoran Milanović cessa il 18 febbraio prossimo, le elezioni - dicono gli esperti- potrebbero svolgersi a fine dicembre e l’eventuale ballottaggio nei primi giorni del 2025.
Cinque anni fa ricordiamo il primo turno, che aveva visto scendere in campo ben 11 nominativi, si era tenuto il 22 dicembre mentre il confronto diretto tra l’uscente Kolinda Grabar Kitarović e il vincitore Milanović il 5 di gennaio.
Milanović, ricordiamo, è stato il primo ad annunciare la candidatura o, meglio, la sua ricandidatura che è stata subito sostenuta dal Partito socialdemocratico. C'è stata poi quella della parlamentare indipendente Marija Selak Raspudić, fuoriuscita per divergenze dal Most/Ponte dopo le parlamentari di aprile e quindi è entrato in lizza Dragan Primorac appoggiato dal HDZ e soprattutto dal premier Plenković. In questo contesto va detto che l’entrata in gioco di Primorac, medico pediatra, esperto di genetica, professore universitario, che è stato ministro alla scienza ed istruzione dal 2003 al 2009, ha suscitato un po’ di malcontento all’ interno del partito con l’ala più radicale contraria a sostenere “una persona per anni disinteressata alla politica che poi decide individualmente di candidarsi”.
Intanto i primi sondaggi gli assegnano il 28 per cento di preferenze contro il 32 di Milanović e il 20 della Selak Raspudić. In un eventuale ballottaggio – dove l’11 per cento è ancora indeciso- Milanović raggiungerebbe il 49 e Primorac il 40 per cento dei voti. Ed in attesa di altri potenziali candidati, si parla di Ivana Kekin per la piattaforma Možemo/Possiamo, dell’europarlamentare Mislav Kolakušić e altri nei giorni scorsi ha ufficializzato il suo impegno l’avvocato Tomislav Jonjić.
Lionella Pausin Acquavita