Saranno sicuramente gli sloveni, i primi turisti ad arrivare in Croazia. Tra i due governi si susseguono contati informali per arrivare quanto prima alla riapertura delle frontiere e ripristinare una quanto più regolare circolazione. La data indicata è quella del primo giugno ma il ministro al turismo croato, Cappelli, ha fatto capire che si sta valutando la situazione e che la liberalizzazione potrebbe avverarsi anche prima e specie per quei cittadini sloveni che possiedono una proprietà, una seconda casa o anche una roulotte fisse nei campeggi della Croazia. A Zagabria fanno sapere che i protocolli non sono ancora stati armonizzati ma che in settimana ci dovrebbe essere un incontro tra i responsabili degli Istituti per la salute pubblica dei due paesi. "La riapertura bilaterale delle frontiere sarà possibile con quegli stati che registrano un quadro epidemiologico simile al nostro", dicono a Zagabria in contatto pure con Austria, Slovacchia e Repubblica Ceca che potrebbero permettere trasferte dal 15 giungo in poi. Luglio potrebbe essere - questa la speranza dei croati - il mese della riapertura delle frontiere per i turisti tedeschi mentre ad agosto quella per gli italiani.
E se il governo croato cerca di salvare almeno in parte la stagione turistica quelli degli stati confinanti cercano di soddisfare le spinte interne e le richieste di numerosi cittadini che nonostante l'emergenza vorrebbero trascorrere comunque una vacanza tranquilla ed in sicurezza. "Elaborati i nuovi codici comportamentali per bar, ristoranti, alberghi ma anche spiagge, campeggi, turismo nautico si stanno ora perfezionando quelli per gli alloggi privati", dicono i responsabili del settore turistico che stanno vagliando le misure per l'utilizzo di piazze e ritrovi pubblici dove nei mesi estivi si svolgono spettacoli, concerti ed altre attività.
Lionella Pausin Acquavita