Lo scandalo finanziario che ha investito lo scorso novembre la Facoltà di Geodesia di Zagabria, con diverse persone sospettate di malversazione a danno dei fondi europei, si sarebbe allargato al Ministero della Cultura. Secondo la stampa croata sembrerebbe chiudersi il cerchio che vedrebbe coinvolta pure la ministra Nina Obuljen Koržinek, sospettata di aver firmato con leggerezza e superficialità alcuni pagamenti per lavori non eseguiti. All’indomani dei terremoti del 2020 che colpirono Zagabria e Petrinja, infatti, il Ministero aveva incaricato l’ateneo della registrazione e catalogazione in 3D dei danni subiti ai beni culturali nelle aree interessate. Lavori che sarebbero stati realizzati solo parzialmente e per i quali si sarebbero versati importi gonfiati. Va ricordato che Obuljen Koržinek, collaboratrice di fiducia del premier, Andrej Plenković, è intervenuta qualche settimana fa dinanzi alla preposta Commissione parlamentare dove ha confermato di aver consegnato alla magistratura tutta la documentazione sul caso e dove ha respinto ogni implicazione, spiegando come incarichi di questo tipo vanno assegnati con rapidità e procedure d’urgenza vista la necessità di conseguire dati precisi, in tempi brevi. Intanto, trapelano altre novità sull’inchiesta nei confronti degli ex vertici dell’ateneo zagabrese sospettati di aver intascato indebitamenti quasi 690 milioni di euro provenienti da progetti finanziati dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale e dal Fondo di solidarietà. Negli incartamenti si sarebbe aggiunta pure l’iniziativa “Change we care” del 2019 portata avanti con l’Istituto di scienze marine italiano del Consiglio nazionale della Ricerca. Parte dei 190 mila euro di mezzi europei assegnati al partner croato sarebbe andata a finanziare attività private degli indagati.
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