I decreti sui coefficienti salariali per i dipendenti statali e pubblici pensati dal governo croato per placare l'insoddisfazione e garantirsi- in quest'anno elettorale- la pace sociale, non stanno dando i frutti sperati. Anzi, il malcontento sembra crescere e dopo lo sciopero bianco di giudici e magistratura che, avviato il 22 gennaio, sta mettendo a dura prova il sistema giudiziario del paese, altre categorie annunciano proteste e dimostrazioni. Tra i più delusi, il settore delle scuole che nonostante l'alta istruzione professionale denuncia stipendi tra i più bassi nella scala salariale del pubblico-statale. Per i sindacati che lo rappresentano gli annunci trionfali su un aumento medio delle paghe del 13,5 con importi maggiorati di 600 e più euro mensili per alcune professioni, sono falsità. E se una parte delle organizzazioni sindacali sta ancora valutando i reali effetti delle ordinanze governative, un'altra parte si sta già preparando alla mobilitazione poiché dicono "sono state disattese le aspettative fondamentali, ovvero parità di retribuzione per parità di lavoro, indipendentemente dal fatto se si tratta di servizio statale o pubblico". Le stesse fonti definiscono falliti pure gli obiettivi dell'esecutivo che ha delegato alla politica la riscrittura dei nuovi parametri e criteri per l'assegnazione dei coefficienti salariali. "Sono stati spesi più di 800 milioni di euro per creare una situazione caotica, ne serviranno altri 50 per ammortizzare il malcontento", affermano i sindacati di educazione e scienza mentre pure quelli del settore sanitario sono sul piede di guerra. Quello dei medici annuncia azioni più decisive e denuncia le macchinazioni del governo che, dicono, "sta piazzando dati alterati sulle paghe dei medici cercando di discreditare la categoria".
(lpa)