Indagini in pieno corso, ma solo dopo la dura reazione dei genitori delle vittime: sei minorenni tra i 15 e i 17 anni attaccati – a quanto sembra – senza una valida ragione, in pieno centro cittadino la sera del 6 gennaio. Alcuni di loro hanno riportato ferite gravissime e sono ancora ricoverati in ospedale mentre la polizia è al lavoro per individuare anche gli altri assalitori. Stando alle testimonianze si tratterebbe di affiliati ai Bad Blues Boys, la tifoseria ultrà della Dinamo Zagabria. Una delle vittime ha raccontato che stavano passeggiando sul ponte, nel centro di Vukovar e che gli aggressori - sentito l’accento e la parlata serba di uno di loro - si sarebbero accaniti ferocemente prima contro di lui e quindi contro tutto il gruppo di minorenni sferrando pugni al volto e calci e ingiuriandoli con il termine “delije”, come vengono definiti i tifosi della “Crvena Zvezda/Stella rossa” di Belgrado. “Bisogna finirla, si tratta di hooligan che da anni terrorizzano la cittadina, tutti e anche la polizia li conosce”, hanno detto il nonno e la mamma di uno dei ragazzini aggiungendo che non si può continuare a vivere nel terrore. “Nel 91 ho difesa Vukovar sperando in un futuro di libertà per i miei nipoti”, ha raccontato l’uomo affermando categoricamente che questo deve essere l’ultimo incidente nel quale vengono coinvolti ragazzini siano di nazionalità croata o serba. “Abbiamo fatto denuncia e non ci faremo intimidire da eventuali minacce e ricatti”, hanno detto i famigliari dei giovani che invitano la cittadinanza a partecipare - sabato prossimo - alla marcia di protesta contro la violenza. Non saranno graditi i rappresentanti politici e soprattutto le autorità cittadine con in testa il sindaco e parlamentare Ivan Penava. L’ esponente dell’estrema destra croata, in questi giorni, aveva cercato di minimizzare l’incidente mentre ci sarebbero state addirittura pressioni dalla centrale zagabrese del suo Movimento patriottico per ridimensionare la gravità delle ferite riportate dalle vittime. (lpa)