I ristoratori della Croazia fortemente delusi per il mancato allentamento delle restrizioni epidemiologiche nei loro confronti hanno deciso di fare di testa propria, una vera e propria sfida all' unità di crisi nazionale e un atto di disobbedienza civile, dettati dalle necessità esistenziali. Speravano almeno di poter accogliere i clienti sulle terrazze o di offrire il servizio di asporto del caffè, ma niente da fare. Pertanto, lunedì prossimo 1.mo febbraio hanno deciso di riaprire i loro bar e ristoranti. Al momento secondo stime ufficiose sono sui 5.000 quelli che intendono farlo, di cui oltre un centinaio a Zagabria rischiando sanzioni pecuniarie fino a 9.300 euro. E richiamano l'attenzione su una situazione che ha del paradossale: il caffè da asporto si può acquistare nei panifici, nei negozi, ai distributori di benzina, all'edicola e perfino nelle lavanderie, ma non nei bar. L’unità di crisi spiega questo divieto con il pericolo dell'assembramento delle persone. I ristoratori rispondono che già ora c’è l'assembramento di amici che sorseggiano il caffè davanti o nei punti vendita indicati. Dall' Istria però arrivano voci di dissenso . Ossia le associazioni della categoria sembrano intenzionati a rispettare il divieto di chiusura dei locali invitando tutti alla pazienza. Meglio aspettare ancora un po' – dicono – e riaprire con maggior sicurezza che fare le cose in maniera frettolosa con il rischio di compromettere tutta la stagione estiva.
Valmer Cusma