Stando all’ inchiesta della TV nazionale croata tre quarti della cittadinanza è dunque favorevole all’ istituzione della mini-naja, mentre solo il 20 per cento si dichiara contrario. Sulla durata però, soltanto un 4,5 per cento incline al reclutamento breve, quello di un mese. Per il 30 per cento dovrebbe durare 3 mesi, per il 45 almeno 6 mentre per il 15 per cento un anno. Tra le possibili motivazioni dell’avvio del dibattito sulla questione al primo posto – con il 61 per cento di aderenze- risulta esserci il deterioramento della situazione internazionale e il peggioramento della sicurezza, il 20 per cento degli intervistati ritiene invece che si tratta di un argomento elettorale e il 5,5 che si tratta di una risposta alla reintroduzione la leva obbligatoria in Serbia mentre il 10 per cento dice di non sapere quali sono le ragioni.
Interessanti pure i dati relativi alla prospettiva di genere con il 54 per cento a favore del servizio militare obbligatorio per gli uomini e il 14 per cento concorde all’ obbligatorietà per entrambi i sessi; il 27 per cento ritiene invece che la naja dovrebbe essere obbligatoria per gli uomini e volontaria per le donne.
I favorevoli alla mini-naja ritengono nel 31 per cento dei casi che si tratta di un’esperienza positiva per la crescita personale, il 24 lo collega invece alla sicurezza nazionale, il 7 alla promozione del patriottismo. Quelli che si dichiarano contrari invece pensano che si tratta di una spesa inutile (17 %), che la NATO basta a garantire sicurezza (10 %), che rappresenta un maltrattamento per i giovani (19%), che l’esercito professionale e più efficace (23%) mentre quasi il 25 per cento ribadisce la necessità di rispettare -anche in questo caso- l’obiezione di coscienza. (lpa)