Al caos politico-istituzionale che sta interessando le parlamentari croate, indette per il 17 aprile prossimo, si va ad assommare il problema della giornata feriale in cui si svolgeranno. Come, previsto dalla normativa, questo è possibile a patto che l’election day diventi giornata non lavorativa. E se la Commissione elettorale centrale ha già spiegato che il mercoledì in questione rimarranno chiusi uffici amministrativi, banche, scuole, asili e negozi non sono d’accordo i rappresentanti di questi ultimi. “Milanović ha indetto le elezioni, ma non decretato giornata di festa”, dicono i commercianti, che contrari alla normativa che limita a 16 le domeniche lavorative, non intendono abbassare le serrande un giorno in più. Problemi anche per il mondo dell’istruzione poiché in gran parte del paese i seggi elettorali sono allestiti proprio nelle scuole e questo fatto - indubbiamente - rappresenta una sfida per i comitati elettorali ma anche per i dirigenti scolastici. Per non parlare poi di alcune gare nazionali, programmate per il 17 aprile e che ora dovranno trovare nuova data, mentre il ministro all’istruzione Fuchs fa sapere che si dovrà recuperare la giornata libera. A queste difficoltà vanno aggiunte quelle degli elettori croati che risiedono in Bosnia ed Erzegovina. “Non avranno una giornata libera, ma sarà garantita a tutti la libertà di esprimere il voto”, assicurano le autorità croate del paese.

(lpa)

Foto: MMC RTV SLO/Foto: Voce del Popolo
Foto: MMC RTV SLO/Foto: Voce del Popolo