Foto: Reuters
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Zoran Milanović, dunque, in corsa per il secondo mandato presidenziale. Lo ha annunciato qualche giorno fa: incalzato dai giornalisti che gli chiedevano a quando l'ufficializzazione della candidatura, ha risposto "adesso". Sostenuto immediatamente dai vertici del Partito socialdemocratico non godrebbe però la fiducia delle altre forze di centro sinistra che, così come quelle di centro destra, gli imputano di aver "inquinato" con la sua scesa in campo la campagna per le parlamentari. Intanto la candidatura di Milanović ha acceso l'attenzione sugli altri probabili nomi in corsa per la massima carica dello stato. Marija Selak Raspudić, fuoriuscita dal Most/Ponte per disaccordi sulla lista per le europee, si dichiara pronta a partecipare alla corsa da indipendente ma è in cerca della logistica, ovvero di partner che la appoggino sia nella raccolta delle diecimila firme necessarie sia nella campagna elettorale. Dall'altra parte anche l'HDZ è alla ricerca di un nominativo valido che possa andare bene pure agli alleati ultraconservatori del Movimento patriottico. Circola il nome di Miro Gavran, scrittore, sceneggiatore e drammaturgo croato che dal 2021 presiede la "Matica hrvatska", istituzione fondata nel 1842 con l'obiettivo di promuovere l'identità nazionale e culturale del popolo croato. "Negli ultimi anni ho ricevuto tante e varie proposte almeno da una decina di partiti", ha dichiarato l'autore - il più tradotto all'estero con sue opere pubblicate in una quarantina di lingue - ed ha aggiunto di avere ancora molto da scrivere e da fare nell'ente che guida da qualche anno. Egli non ha però respinto categoricamente la possibilità di mettersi in gioco. Da capire se l'HDZ insisterà su questo candidato indipendente oppure se il nome di Gavran è solo uno specchietto per le allodole, una mossa per temporeggiare in attesa di trovare il nominativo giusto.

(lpa)