Nessun accenno alla canonizzazione del cardinale Stepinac mentre c’è stato sicuramente uno scambio di battute su Međugorje poiché nell’incontro con i giornalisti, il presidente croato, Zoran Milanović, si è lasciato sfuggire che la “commercializzazione delle apparizioni non piace a nessuno”. C’è stato invece uno scambio di opinioni sulla Bosnia ed Erzegovina. “Sostengo la richiesta dei croati dell’area di eleggere da soli il loro rappresentante nella Presidenza bosniaca, questo dimostra che sono interessati al loro Paese”, ha detto il capo dello Stato che con Papa Francesco ha paralato di pace e sviluppo nel mondo, della preoccupazione nei confronti dei cambiamenti climatici come pure dei problemi legati alla pandemia che sta mettendo in ginocchio il mondo intero.
Dopo l’udienza dal Papa, la delegazione croata è stata ricevuta dal segretario di Stato, Pietro Parolin, e dal responsabile della diplomazia vaticana, Paul Richard Gallangher, con il quale è stata affrontata la questione dei ritardi nella nomina dell'ambasciatore croato presso la Santa Sede. In chiusura del suo soggiorno, Milanović ha fatto tappa al Pontificio collegio croato di San Girolamo, dove ha dialogato con il rettore, Marko Đurin, e con gli studenti croati che frequentano gli atenei religiosi di Roma.
Lionella Pausin Acquavita