Il caso è esploso ieri, quando Turudić, dopo aver notato un foro nella sua vettura, ha portato l'automobile dai meccanici che in seguito ad un controllo hanno rinvenuto prima uno e poi un secondo proiettile. Il nuovo procuratore capo si trovava privatamente a Virovitica, sua città natale, dove ha immediatamente denunciato il fatto alla polizia che ha subito avviato le indagini. Figura controversa e al centro dell'attenzione pubblica in questi ultimi mesi, Ivan Turudić - ricordiamo - è stato nominato procuratore di Stato in un'infuocata seduta del Sabor, il 7 febbraio scorso. Contraria l'opposizione e contrario il capo dello stato Milanović. Quest'ultimo - a suo dire - avrebbe annunciato la candidatura alle parlamentari proprio sulla scia delle polemiche legate all'elezione di Turudić. Intanto "il caso proiettili" è stato condannato da quasi tutti gli esponenti politici. Primo a reagire il premier Plenković. Egli ha definito preoccupante quanto accaduto ritenendolo conseguenza del clima che si respira nel paese. "Le istituzioni competenti hanno il compito di indagare e di valutare se c'è bisogno di garantire protezione a Turudić", ha detto il capo del governo mentre il suo vice, Branko Bačić ha avvertito che si sta creando un'atmosfera di caos che potrebbe avere riflessi negativi sulla stagione turistica. "Condanniamo ogni tipo di violenza", ha affermato il presidente del Partito socialdemocratico Peđa Grbin ed ha aggiunto: "Non disponendo di altre informazioni sarebbe per il momento poco serio fare ulteriori commenti".
(lpa)