Non risparmia termini e critiche, il presidente Zoran Milanović che già nei giorni scorsi aveva espresso la sua contrarietà alla proposta del governo di nominare Turudić a capo della procura, ma che nell' occasione rincara la dose, piccato sicuramente dalle dichiarazioni rilasciate ieri dal premier Andrej Plenković. A Fiume, per l'inaugurazione della nuova clinica pediatrica, di ginecologia e ostetricia, il capo dell'esecutivo - ricordiamo- ha definito "oltremodo strano" l'aver ricevuto dal capo dello stato alcuni documenti riservati dell'intelligence e inerenti al giudice. "Per la prima volta nella mia carriera mi sto occupando così intensivamente di questioni che hanno a che fare con i servizi segreti, ma devo bloccare la strada che porta una persona oscura a un così importante incarico", ha detto Milanović confermando di aver inviato al premier incartamenti protetti che delineano la figura di Turudić. "Si tratta di indagini portate avanti nel 2015 quando l’allora giudice del tribunale di Zagabria era candidato a presiedere la Corte suprema e che dimostrano nei dettagli la connessione tra Turudić e, ad esempio Zdravko Mamić", ha aggiunto il capo dello stato molto duro nei confronti di quella che ha definito "inconsistenza e superficialità" dell' esecutivo composto - ha detto- da un gruppo di buffoni. Ricordiamo che in Croazia, la nomina del nuovo procuratore è al centro dell' attenzione ormai da alcune settimane. La discussione si è inasprita dopo che la preposta commissione governativa ha optato per Turudić, preferendolo ad altri 3 candidati. Molto acceso pure il dibattito parlamentare di giovedì scorso con l'opposizione di centrodestra e di centrosinistra compatta nel respingere la designazione e a definire il giudice non adatto all'incarico. Volendo riassumere in termini moderati e tutt'altro che vicini a quelli sentiti al Sabor tra le maggiori colpe di Turudić ci sono: mancanza di imparzialità, vicinanza al partito al potere e legami con personalità ambigue.
(lpa)