Classe 1956, laureata in legge, Christine Lagarde non ha particolari competenze di politica monetaria, ma da prima donna ad essere nominata, nel 2011, direttore del Fondo monetario internazionale, ha sviluppato una notevole capacità nella gestione delle crisi economiche importanti, da quella greca a quella argentina, e vanta un'importante rete di conoscenze e rapporti internazionali. Nominata a luglio dal consiglio europeo e in attesa della formalizzazione dell'incarico che arriverà ad ottobre, è intervenuta per la prima volta nella sua nuova veste in audizione alla commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento Europeo.
Lagarde, conferma di condividere la linea assunta dall'istituto sulla futura politica monetaria continentale. L'inflazione nell'area euro "resta troppo bassa" in modo "persistente", pertanto "concordo" con la valutazione della Bce, secondo la quale serve una politica monetaria "altamente accomodante" per un "periodo prolungato di tempo" per portare l'inflazione all'obiettivo, cioè vicina ma inferiore al 2%. L'obiettivo del 2% è "un obiettivo di medio termine, e come tale deve essere inteso".
Attenzione però, ha aggiunto, alle possibili conseguenze negative delle politiche della Bce. "L'impatto delle misure non convenzionali, per continuare ad essere positivo, dovrà basarsi su analisi costi-benefici. L'esponente dell'Unione per un Movimento Popolare ha così ribadito la posizione espressa nelle risposte scritte depositate la settimana scorsa.
Corrado Cimador