4 seggi all' Accadizeta, 4 ai social democratici ed un seggio rispettivamente ai sovranisti, al Živi Zid , alla coalizione di Amsterdam e alla Lista Mislav Kolakušić che - accanto al pareggio raggiunto tra il partito al governo ed il maggior partito all’ opposizione- è sicuramente la più grande sorpresa di questa tornata elettorale. Con 8, 2 per cento dei voti Kolakušić, già giudice del Tribunale commerciale e noto per la sua battaglia contro la corruzione, è la terza forza più votata in Croazia.
23,5 per cento di voti al HDZ che porta a Bruxelles Karlo Ressler, Dubravka Šuica, Tomislav Sokol e Željana Zovko, 18,4 per i social-democratici che saranno rappresentati da Biljana Borzan, Tonino Picula, Predrag Fred Matić e Romana Jerković, 6,4 per cento per l’ultradestra sovranista che premia Ruža Tomašić
Per i sovranisti 6,4 per cento e passa Ruža Tomašić, 6,2 per il Živi Zid (Barriera Umana) e per il suo leader Ivan ViIlibor Sincić mentre la Coalizione di Amsterdan -composta da 6 formazioni di centro-sinistra- con il 5,6 per cento manda al Parlamento UE il governatore istriano nonché vicepresidente della Dieta democratica, Valter Flego.
Non sono riuscite a superare la soglia diverse formazioni politiche tra le quali il Most (Ponte) che sperava in un seggio e che risulta il vero sconfitto di queste elezioni. Non festeggia- come detto- nemmeno l’accadizeta del premier Plenković che sperava in un seggio in più. “C’ è stata una grande dispersione di voti ce ne mancavano mille, millecinquecento per garantirci il quinto mandato” ha affermato il primo ministro cercando di minimizzare l’erosione di consensi che nel 2014 si attestava- per la coalizione di centro-destra, sul 41 per cento. “Questa volta abbiamo voluto correre da soli ed il risultato è buono” ha aggiunto il presidente dell’HDZ che non ha potuto comunque nascondere una certa delusione.
Ad influire sul calo dei consensi per il partito che governa il paese dal 2015 in qua e l’ha governato in 21 dei 28 anni d’ indipendenza sicuramente i risultati ottenuti dalla loro ex partner, Ruža Tomašić che alla guida dei sovranisti è stata in assoluto la candidata croata con il maggior numero di preferenze ma anche i voti andati ad altre formazioni di destra: quelle dei controversi Bruna Esih e Zlatko Hasambegović o della Marijana Petir per fare alcuni nomi.
Grande soddisfazione invece per Davor Bernardić, leader dell’SDP che non sperava proprio di ottenere 4 seggi. Il partito che sta affrontando un periodo di crisi di leadership e di consensi sembra aver trovato nuovo vigore e già guarda alle prossime presidenziali in Croazia forte dei consensi ottenuti in primo luogo nelle grandi città come Zagabria, Spalato, Osijek e Fiume.
In Istria il maggior numero di preferenze è andato alla Coalizione di Amsterdan capitanata dal dietino Valter Flego che -con il 40 per cento delle preferenze- è stato anche il più votato della lista. In partenza per Bruxelles, Flego lascia vacante nella Regione Istriana il posto di zuppano.
Di Lionella Pausin Acquavita