Una nuova iniezione di capitali per rilanciare l'economia e abbassare gli interessi pagati sul debito pubblico, in particolare per i paesi considerati più a rischio.
Mario Draghi al termine del penultimo consiglio direttivo della Banca Centrale Europea prima del passaggio di consegne a Christine Lagarde, ha usato nuovamente l'artiglieria pesante per dare fiducia all'area euro, in vista di una nuova fase difficile per l'economia del vecchio continente: la Bce ha infatti abbassato a 1,1 per cento la stima di crescita dell'Eurozona per il 2019, e a 1,2 per cento quella per il 2020. Confermato un più 1,4 per il 2021.
Da qui la decisione di varare un nuovo programma di quantitative easing, con l'acquisto di titoli di stato per 20 miliardi di euro al mese a partire da novembre, e l'intenzione di proseguire gli acquisti di bond per "tutto il periodo necessario a rafforzare l'impatto accomodante dei tassi".
La Bce ha anche tagliato il tasso d'interesse su depositi a meno 0,50 per cento, lasciando invariato il tasso principale a zero e quello sui prestiti marginali a 0,25, e ha anche lanciato un nuovo maxi-prestito a lungo termine alle banche dell'Eurozona, con tassi più bassi per gli istituti che prestano ai di sopra di un certo livello.
Misure decise per sostenere l'economia, che la Bce, ha detto Draghi, intende mantenere "fino a quando non si vedranno le prospettive di inflazione convergere saldamente a un livello sufficientemente vicino, ma inferiore al 2 per cento".
Non è mancato un richiamo ai paesi con un alto debito che, ha detto il presidente della BCE, dovrebbero approfittare per risanare e mantenere una politica di bilancio "prudente", mentre quelli che hanno maggior spazio di manovra potranno usare i provvedimenti per fronteggiare la fase economica difficile.
Le misure, peraltro attese, hanno già avuto un impatto sui mercati, con le borse che hanno guadagnato, i titoli di stato europei con redimenti in calo, e in Italia lo spread tra Btp e Bund sotto i 140 punti base per la prima volta dal maggio del 2018.
E la decisione della Banca Centrale Europea di varare nuove misure per rilanciare l'economia ha provocato l'immediata reazione del Presidente americano Donald Trump, da sempre sostenitore di un taglio dei tassi.
"La Banca Centrale Europea, agendo rapidamente, taglia i tassi di 10 punti base - ha detto Trump -: stanno tentando, e con successo, di svalutare l'euro contro il dollaro molto forte, danneggiando l'export americano".
"E la Fed - ha aggiunto criticando la politica della banca centrale statunitense - sta seduta: loro sono pagati per prestare denaro, mentre noi stiamo pagando gli interessi".
Alessandro Martegani