Fase interlocutoria nella coalizione di governo, in attesa dell'avvio formale delle consultazioni per evidenziare il nome del candidato alla carica di commissario in rappresentanza della Slovenia nel nuovo esecutivo comunitario. Cadute nel vuoto le idee di modificare la procedura di nomina del commissario, spetterà nuovamente al governo in carica il compito di decidere. I Socialdemocratici non nascondono la volontà di puntare su Tanja Fajon, riconfermata per un nuovo mandato come europarlamentare. La sua esperienza in questo ruolo, rilevano, le garantirebbe la necessaria competenza anche in veste di commissario.
Il premier Marjan Šarec, al quale spetta l'ultima parola, conta di trasmettere un solo nominativo; qualora da Bruxelles arrivasse la richiesta di sottoporre al giudizio due candidati, ci si regolerà di conseguenza. In ogni caso si cercherà di evitare lo scenario cui si è assistito nel 2014, /nell'avvicendamento di due governi/, con l'invio dapprima di tre nominativi, quelli di Tanja Fajon, Alenka Bratušek, /allora premier dimissionaria/ e Karl Erjavec e la successiva sostituzione della Bratušek, prescelta da Juncker ma bocciata dall'Europarlamento, con Violeta Bulc, indicata dal nuovo premier, Miro Cerar.
Intanto, prime ripercussioni sul piano politico dopo il voto di domenica. Congresso programmatico ed elettorale ad autunno. Lo annuncia il leader del partito del centro moderno, Miro Cerar, a seguito del deludente risultato. L'SMC ha ottenuto infatti soltanto l'1,6 percento dei voti, finendo al terz'ultimo posto. Il capo diplomazia ritiene necessaria una profonda verifica all'interno del partito, per cercare di capire le cause della sconfitta e per vedere se la sua leadership sia ancora credbile e se ha l'appoggio necessario della base elettorale dell'SMC.
Delio Dessardo