Quasi 46 milioni di cittadini britannici si recheranno oggi alle urne per le elezioni politiche anticipate, grazie alle quali il governo conservatore del premier, Boris Johnson, cercherà di superare lo stallo sull'attuazione della Brexit.
Al centro della campagna elettorale quindi soprattutto l'uscita del Paese dall'Ue, che doveva essere effettuata già il 29 marzo scorso, è però stata posticipata ben tre volte. L'ultima solo qualche mese fa, quando i deputati non avevano confermato l'intesa sul divorzio negoziata con Bruxelles dal primo ministro, dichiarandosi anche contrari ad un'uscita senza accordo.
Mentre Johnson - nel caso ottenesse la maggioranza in parlamento - annuncia la ratifica dell'intesa sulla Brexit entro Natale e l'uscita dall'Unione a fine gennaio dell'anno prossimo, il leader dei laburisti, Jeremy Corbyn, in caso di vittoria, si impegnerà per raggiungere un nuovo accordo con Bruxelles entro tre mesi. In questo caso l'intesa di Corbyn verrebbe sottoposta ad un nuovo referendum, i cittadini però avrebbero anche la possibilità di scegliere di restare nell'Ue.
Secondo l'ultimo sondaggio condotto in 632 dei 650 collegi nel Regno Unito, cala la stima di una maggioranza assoluta per il partito conservatore. I Tory si potrebbero aggiudicare il 43% delle preferenze, ma con 339 seggi contro i 359 indicati circa due settimane fa. Recupera invece il Labour: da 32 a 34 punti percentuali e da 211 a 231 seggi.
L'esito del voto resta comunque incerto. I seggi saranno chiusi alle 23, secondo l'orario del Centro Europa, subito dopo i media britannici annunceranno gli exit poll, i primi risultati non ufficiali verranno invece resi noti domani mattina.
E. P.