Archiviate le europee 2019 è tempo di riflessioni e valutazioni, con un attento esame del risultato del voto. La Slovenia sarà rappresentata all'Europarlamento da otto deputati: metà sono di centro-destra e metà di centro-sinistra. Al primo posto, com'è noto, la Lista SDS-Popolari, con tre mandati, seguono Socialdemocratici e Lista Šarec, ciascuno con due mandati, mantiene un seggio Nuova Slovenia. Due quindi le formazioni dell'attuale governo che sono riuscite a far eleggere propri candidati; sono rimasti a mani vuote Desus, Partito del Centro Moderno e Partito Alenka Bratušek. Non si prevedono comunque scossoni nella compagine governativa o nei rispettivi partiti, come detto dal leader del Desus, Erjavec. Senza europarlamentari anche il partito Levica-Sinistra, legato alla coalizione da un accordo di collaborazione. Intanto, soddisfazione del presidente della repubblica, Borut Pahor per l'alta affluenza a livello generale a queste europee. Ha sfiorato il 51 percento ed è la più elevata negli ultimi 20 anni. Percentuale sensibilmente più bassa in Slovenia, sotto il 30 percento, superiore comunque a cinque anni fa, come sottolineato dallo stesso capo dello stato. Pahor ha poi evidenziato che le forze pro-UE hanno ottenuto il necessario appoggio per continuare a sviluppare e consolidare la casa comune europea. Ha ammesso che la futura Assemblea di Strasburgo sarà più frammentata rispetto al mandato precedente, sarà quindi necessaria una maggiore collaborazione, ma è proprio questa l'essenza dello spirito europeo, ha detto Pahor. Ai neoeletti europarlamentari in rappresentanza della Slovenia, come detto sono otto in tutto, ha poi augurato successo nel lavoro che stanno per iniziare.
Delio Dessardo