"Le Bras Freres", la società edile che montava l'impalcatura attorno alla guglia di Notre-Dame, ha ammesso davanti agli inquirenti che alcuni dei suoi operai fumavano nel cantiere. La società si è detta "rammaricata" per il fatto che i loro lavoratori abbiano violato il divieto di fumare nel cantiere, ma ha "escluso" ogni legame fra le sigarette e l'incendio della cattedrale. Effettivamente - ha dichiarato Marc Eskenazi, portavoce dell'impresa - ci sono operai che ogni tanto hanno violato il divieto ma in nessun caso all'origine dell'incendio ci potrebbe essere un mozzicone spento male". Gli inquirenti avrebbero ritrovato sette mozziconi nella zona dei lavori.
Quanto alla pista di un incendio provocato dai motori elettrici degli ascensori dell'impalcatura, invece, il portavoce della società ha assicurato che i motori "non presentavano alcun problema". Ad ogni modo, sono lontani dalla guglia ed è stato accertato che l'incendio è cominciato all'interno dell'edificio. Al momento la pista privilegiata è quella dell'origine accidentale del rogo, in particolare per un corto circuito, ma la causa non è stata chiarita e le macerie saranno passate al setaccio alla ricerca di indizi.
Intanto per evitare nuovi danni causati dalle piogge, alcuni scalatori hanno cercato di coprire la cattedrale di Notre-Dame con dei teli protettivi. L'incendio del 15 aprile ha causato il crollo parziale del soffitto a volta, quindi gli architetti temono che i temporali possano causare ulteriori collassi della struttura. L'architetto capo dei restauri ha precisato cha ora la priorità è di impermeabilizzare la cattedrale. Le vetrate a rosone sono già state coperte con materiale protettivo. La copertura servirà solo a fungere da ombrello fino alla fine dei lavori di ristrutturazione.
Davide Fifaco