L'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, ha sollecitato gli stati membri a essere più responsabili in merito all'attuazione della missione Sophia in modo da garantire che i salvataggi di migranti nel Mar Mediterraneo continuino senza intoppi. La dichiarazione è stata fatta all'incontro informale dei ministri della Difesa, ieri a Vienna. Stando al capo diplomazia Ue, questo tipo di missioni risultano fondamentali nel far fronte al problema della tratta di esseri umani. Ha sollecitato i ministri a mostrare un atteggiamento costruttivo per far in modo che si possa trovare una posizione comune sul proseguimento della missione. Inoltre, ha spiegato, in questo momento è del tutto impensabile che si possa lasciare un'operazione dell'Unione europea senza chiare linee guida che ne definiscano l'operato. In merito alle divergenze interne riguardanti il futuro di Sophia, Mogherini ha voluto sottolineare che questa rappresenta uno dei maggiori successi dell'Unione europea e soprattutto ricordare che l'Ue si fonda sul principio di solidarietà anche per quanto riguarda la distribuzione dei migranti. Il ministro alla Difesa uscente Andreja Katič si è intanto adoperata per il proseguimento della missione a cui la Slovenia aveva preso parte attiva sin dall'inizio delle operazioni, divenendo anche il primo paese comunitario a prestare aiuto all'Italia nell'ambito dell'allora operazione umanitaria Mare Nostrum. Il dicastero competente ha inoltre fatto sapere che Lubiana spera nel proseguimento della missione il cui mandato attuale termina il 31 dicembre 2018. Dopo questa data sarà necessario stabilire linee guida comuni in merito agli sbarchi dei migranti soccorsi nel Mediterraneo che dovranno poi venir ripartiti tra gli stati membri in base al principio di solidarietà. L'Italia, finora alla guida della missione Sophia, chiede una strategia comune per gestire i salvataggi in mare. In particolare punta sull'introduzione del principio della rotazione dei porti collegato alla successiva ripartizione dei migranti fra gli stati membri.