"Mi attendo che il presidente dell'Europarlamento, Antonio Tajani, si distanzi completamente dalle dichiarazioni fatte domenica alla cerimonia commemorativa a Basovizza, in occasione del Giorno del Ricordo delle vittime delle foibe e dell'esodo". Lo ha sottolineato il presidente sloveno, Borut Pahor. "Dichiarazioni che", cosi il capo dello stato, "possono venir interpretate anche come espressione di rivendicazioni territoriali, per cui le respingo totalmente". Pahor dice di aspettarsi che Tajani ammetta che le sue parole erano sbagliate; ciò va fatto quanto prima per calmare i toni di un dibattito che si è infiammato. "In politica, parole come quelle pronunciate domenica non sono cose piccole, sono grandi questioni, che hanno giustificato le preoccupazioni. Non si possono chiudere gli occhi dinanzi a parole di questo contenuto", ha aggiunto Pahor; "viviamo in una Europa che è una casa comune, basata sulla riconciliazione, il rispetto reciproco. Non è la prima volta", ricorda il presidente sloveno, "che alti esponenti della politica italiana ripetono valutazioni e posizioni che non si possono accettare. È però la prima volta che ciò avviene nel contesto della politica europea, proprio quando le idee della collaborazione e della interdipendenza si sono indebolite, a maggior ragione quindi queste posizioni divengono ancora più preoccupanti". È per tale motivo che Pahor si attende da Tajani una adeguata risposta chiarificatrice. Già lunedi, il capo dello stato sloveno aveva scritto una lettera al presidente italiano, Sergio Mattarella, esprimendo grande preoccupazione a causa di quelle che aveva definito "inaccettabili dichiarazioni di alti esponenti dello stato italiano".
Delio Dessardo