Non si fermano le proteste in Slovacchia dopo l'approvazione lo scorso 24 aprile della proposta di legge con cui il governo intende abolire l’emittente pubblica del Paese, Radio e Televisione della Slovacchia (RTVS), e sostituirla con un nuovo ente, la Slovacchia Televisione e Radio (STVR). Una mossa che il prossimo giugno, con l'approvazione definitiva, porterebbe il governo ad avere il pieno controllo dei media. Tra i tanti punti della riforma c'è, ad esempio, la rimozione dal proprio incarico del direttore generale di RTVS, che attualmente ha un mandato parlamentare fino al 2027, per sostituirlo con un profilo scelto da un consiglio composto da cinque persone: quattro nominate da ministri del governo e una dal parlamento.
Oltre che dalle piazze critiche al piano di riforma dell'emittente pubblica sono giunte dalla presidente slovacca Zuzana Čaputová, dai giornalisti indipendenti, dall'opposizione e dai media internazionali fino ad arrivare alla Commissione europea.
I dipendenti dell'ente pubblico dicono di voler continuare a lavorare liberamente e il giorno dell'approvazione della proposta di legge hanno condiviso un video nel quale avvertono che "la legge potrebbe diventare uno strumento di controllo politico per qualsiasi governo. I media liberi e indipendenti dovrebbero servire a tutti i cittadini della Repubblica slovacca, e non solo all'ambizione di potere di qualsiasi partito politico". "Vogliamo continuare a lavorare liberamente”, hanno concluso.
Barbara Costamagna