Il ministro Cerar ha sottolineato l'importanza del ruolo ricoperto dall'organizzazione nella storia delle integrazioni europee, dei processi in questo ambito e del contributo dato alla prospettiva europea di molti paesi. Nell'ottica dell'integrazione, l'appuntamento nella capitale italiana ha reso possibile un approfondito scambio di pareri sul processo di allargamento e sul futuro dell'Unione Europea. Allargamento messo a dura prova dopo il mancato accordo, in occasione del vertice europeo di ottobre, sull'avvio dei negoziati di adesione con Albania e Macedonia del Nord. Un errore strategico lo ha definito l'Europarlamento, che ha un effetto negativo sulla credibilità dell'Unione e invia un segnale negativo a eventuali paesi candidati. Al vertice INCE di Roma si è parlato del ruolo dei paesi membri nell'incentivare questo processo, guardando in particolare all'Europa sudorientale e, in tale contesto, ai Balcani occidentali, mettendo a confronto esperienze e suggerimenti nell'affrontare problemi come le correnti migratorie, la collaborazione nei campi culturale e scientifico, la problematica dell'occupazione, dei giovani che emigrano alla ricerca di migliori prospettive di lavoro e che non fanno più ritorno nel paese di origine. In questo contesto è stato rilevato che nella regione esiste un alto potenziale non ancora sfruttato, potenziale che è stato individuato proprio nella popolazione giovanile. Una soluzione all'emorragia di giovani che partono potrebbe venir offerta dall'Agenzia per i giovani dei Balcani occidentali, proposta anni fa dalla Slovenia, ma che deve venir coerentemente supportata dai paesi dell'area, chiamati a includersi attivamente in questo processo.
Delio Dessardo