, un'iniziativa di tre giorni organizzata da una lobby con un budget annuale di 216 milioni di dollari che, secondo molti commentatori, lega i movimenti fondamentalisti cristiani americani con le associazioni pro-life italiane, ma anche con la Russia e con l’estrema destra europea ed internazionale. Tra i vari relatori previsti, tutti che si battono per i valori della cosiddetta famiglia tradizionale e contro i diritti LGBT, è stata annunciata anche la presenza di politici italiani di primo piano come Giorgia Meloni ed Antonio Tajani, oltre che rappresentanti del Governo italiano.
A sollevare le prime polemiche è stato il quotidiano on line "The Vision" con un articolo di Giuseppe Francaviglia che ha messo in discussione il patrocinio dato dal Governo italiano a questa iniziativa; ed è proprio lui a spiegarci come questo sia stato possibile.
Quello che sta accadendo con il patrocinio del World congress of families di Verona è la rappresentazione plastica di cosa sono le politiche che il Governo, soprattutto la sua anima leghista, sta portando avanti ormai da tempo, già a partire dall’istituzione del Ministero della famiglia che è stato dato a Lorenzo Fontana, famoso per le sue posizioni antiabortiste e pro famiglia tradizionale. Un ministero, quello della famiglia, che è stato creato ad hoc e che, facendo parte del dipartimento delle politiche per la famiglia, è diretta emanazione del Governo. Proprio su questo particolare status si è giocata la vicenda del patrocinio, visto che perciò il Ministero della famiglia ha potuto patrocinare l’evento attuando un iter del tutto personale, visto che esiste un circolare di riferimento che gli da questa possibilità. In questo modo la richiesta non ha dovuto essere sottoposta a tutta una serie di istruttorie ed analisi sull’evento, sugli organizzatori e sugli sponsor che probabilmente avrebbero impedito la concessione del patrocinio da parte del Governo.
Sta di fatto che dal 29 al 30 marzo si riuniranno a Verona tutta una serie di associazioni e personaggi che hanno posizioni molto precise sul tema della famiglia e dei ruoli sessuali e che mettono in discussione tutta una serie di diritti (dall’aborto, alle famiglie arcobaleno, al rispetto degli omosessuali ecc) tanto da ospitare relatori che sostengono la pena di morte per i gay.
Tra l’altro questi, nello specifico, lo fanno in paesi africani dove gli omosessuali sono già discriminati in miliardi di modi. A Verona ci sarà veramente una congerie di personaggi provenienti dai più disparati luoghi della terra per portare una visione “oscurantista” e proprio nel momento in cui in Italia viene discusso un decreto-legge come quello Pillon che è fortemente condizionante per le donne. Questo, infatti, introduce tutta una serie di provvedimenti che indeboliscono la posizione della moglie in caso di divorzio. D’altronde il senatore Simone Pillon è uno dei fondatori del Family day, oltre che uno di quelli che ha fatto un’interpellanza parlamentare contro un progetto interculturale in una scuola elementare di Brescia tacciandolo di stregoneria e ha definito la figura femminile in più occasioni con toni poco lusinghieri.
Nonostante i dubbi espressi da alcuni rappresentanti del Movimento Cinque Stelle, che divide le responsabilità di governo con la Lega, sull’opportunità di patrocinare il Congresso, l’iniziativa va avanti e non mancherà di accendere il dibattito in tutto il paese.
“Quello che questo Governo sta attuando è una battaglia culturale”, conclude Francaviglia, “e la fa imponendo i suoi modelli ed in questo sta anche la sua forza, in particolare sta la forza della Lega dalla quale provengono sia Fontana sia Pillon".
Barbara Costamagna