È passato meno di un anno dal quel 31 gennaio, quando il Covid-19 fu rilevato per la prima volta in Italia, e questa mattina le prime dosi di vaccino sono state inoculate ai primi sanitari in tutte le regioni italiane. Si tratta di un’operazione che per ora è simbolica, ma che segna l’avvio di una campagna vaccinale unica nella storia, sia per dimensioni sia per tempi previsti di realizzazione.
Il primo vaccino è stato somministrato a tre sanitari dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive Spallanzani di Roma, la virologa Maria Rosaria Capobianchi, l'infermiera Claudia Alivernini e l'operatore sociosanitario Omar Altobelli: poi nel corso della mattina la stessa operazione, quasi una cerimonia, spesso alla presenza dei governatori delle regioni o dei sindaci, si è ripetuta in tutte le regioni.
In Friuli Venezia Giulia lo stesso governatore Massimiliano Fedriga ha presenziato alla vaccinazione nella sede della protezione civile di Palmanova, dove le prime dosi di vaccino erano giunte dopo essere state portate con un volo a Verona e poi alla base militare di Rivolto, dove sono state allestite le strutture per la conservazione. In Friuli Venezia Giulia sono stati vaccinati una trentina di responsabili delle strutture sanitarie: la prima è stata Ariella Breda, medico dell’Azienda sanitaria giuliano isontina, che per prima ha individuato il virus in regione.
"L'auspicio - ha detto Fedriga - è che successivamente a questa giornata si possa procedere quanto prima all'avvio della vera e propria campagna vaccinale nella nostra regione. Prima arriveranno tutte le dosi programmate dal piano commissariale per questa prima fase e prima riusciremo a coprire quella fascia di popolazione composta da operatori sanitari e sociosanitari a cui si aggiungono gli ospiti e gli operatori delle case di riposo del Friuli Venezia Giulia. Dal canto nostro, noi siamo già pronti; ci auguriamo che venga confermata la scadenza indicata da Roma che prevede l'invio delle prossime dosi entro i primi giorni di gennaio". Entro l'anno dovrebbero infatti arrivare in regione 10 mila dosi, anticipo della prima provvista di 56 mila vaccini attesi.
Fedriga ha poi comunicato che "Il ministro della Salute Roberto Speranza ci ha fatto sapere dei grandi passi in avanti compiuti dal vaccino messo a punto da Astra Zeneca che non necessita della complessa catena del freddo esistente invece per quello di Pfizier e Moderna. L'augurio è che l'Agenzia europea e quella italiana del farmaco procedano velocemente all'approvazione di questo vaccino, perché ciò rappresenterebbe un cambio di passo nel processo di copertura della popolazione".
Ora però viene la parte complessa e non priva d’incognite, vale a dire organizzare la vaccinazione in Italia, partendo dagli operatori della sanità e dalle persone più esposte per poi passare via via a tutta la popolazione, un’operazione complessa, mai provata prima, e che dovrà far fronte a difficoltà come la conservazione dei vaccini e la distribuzione in tempi relativamente rapidi a tutto il paese.
La distribuzione vera e propria, ha fatto sapere il ministero della Salute, partirà domani con una fornitura all'Italia di circa 470 mila dosi ogni settimana. Il commissario straordinario Domenico Arcuri ha confermato che “il vaccino è gratuito per tutti ma non obbligatorio”.
“Oggi l'Italia si risveglia - ha scritto il premier Giuseppe Conte -: questa data ci rimarrà per sempre impressa. Partiamo dagli operatori sanitari e dalle fasce più fragili per poi estendere a tutta la popolazione la possibilità di conseguire l'immunità e sconfiggere definitivamente questo virus”. “Arriva la luce ma bisogna resistere ancora alcuni mesi - ha aggiunto il ministro della Salute Roberto Speranza -: non è finita ancora e serve sempre il rispetto delle regole”.
Alessandro Martegani