Sono quindi sedici i deputati del Movimento 5 Stelle che alla Camera hanno votato contro la fiducia, 4 gli astenuti, di questi ultimi due risultano in missione.
Più di un segnale del dissenso che sta montando tra i grillini, con la scissione spesso evocata che si sta trasformando sempre di più in realtà.
Inoltre, nei Cinque stelle in dodici non hanno risposto alla votazione, ma si registra una defezione anche tra le fila della Lega, si tratta di Gianluca Vinci che dopo aver votato no è passato a Fratelli d'Italia.
Proprio il gruppo guidato da Giorgia Meloni è l'unico compattamente all'opposizione. Nel suo intervento la Meloni ha sottolineato come "se Fratelli d'Italia avesse scelto di stare al Governo il Paese non avrebbe avuto un'opposizione, avvicinandosi alla Corea del Nord", lanciando qualche frecciata a Lega e Forza Italia che sono entrati nella maggioranza.
Matteo Salvini qualche ora dopo le ha risposto da una trasmissione televisiva affermando: "Rispetto Giorgia Meloni ma ho scelto l'Italia. Non penso che gli italiani adesso abbiano voglia di polemiche. Sarebbe stato più comodo anche per me intervenire in parlamento e puntare il dito sugli errori degli altri, ma ho messo l'interesse degli italiani davanti a quello del mio partito. Ho fatto una scelta più coraggiosa e più impegnativa".
Sui social commentano con soddisfazione la fiducia al governo Draghi sia il leader del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, sia uno dei principali rappresentanti del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio.
Nella sua breve replica, meno di 15 minuti di discorso, il premier Draghi aveva messo tra i punti principali la lotta alla corruzione ed alle mafie, garantendo un processo "giusto e di durata ragionevole" nel rispetto della Costituzione, ovvero gli elementi richiesti all'Italia dagli investitori stranieri ma anche una delle vie per riconquistare la fiducia dei cittadini, perché non esiste futuro senza legalità e sicurezza.
Davide Fifaco