Prima il parere del comitato tecnico scientifico, poi il via libera del ministro Speranza a un passo atteso da tutto il paese: da lunedì prossimo cade anche in Italia l’obbligo d’indossare le mascherine all’aperto.
Si tratta di una decisione invocata da più parti, forze politiche e categorie economiche, che coinciderà con il passaggio in fascia bianca anche della Valle d’Aosta, l’unica regione ancora gialla.
“Dal 28 giugno – ha scritto su Twitter il ministro della salute Roberto Speranza - superiamo l’obbligo di indossare le mascherine all’aperto in zona bianca, ma sempre nel rispetto delle indicazioni precauzionali”.
Cade dunque fra pochi giorni un obbligo in vigore dallo scorso ottobre, e che nelle ultime settimane a dire la verità sembrava essere sempre meno rispettato nel paese: le mascherine dovranno comunque essere sempre a disposizione e indossate nei luoghi chiusi, sui mezzi di trasporto, ma anche in presenza di assembramenti, o dove non sia possibile tenere le distanze.
A far decidere per un passo in realtà già compiuto da altri paesi, anche con dati peggiori rispetto all’Italia, il numero delle persone vaccinate, ormai più del 50 per cento dei cittadini ha ricevuto almeno la prima dose, e soprattutto le cifre sui contagi, ormai ben al di sotto dei 50 casi la settimana ogni 100 mila abitanti in tutto il paese.
Un passo che rende ancor più fondamentale la campagna vaccinale: proprio in questi giorni molte regioni hanno avviato le prime procedure per la sospensione degli operatori sanitari non vaccinati, per i quali la legge prevede l'obbligo vaccinale quale requisito per l'esercizio della professione.
In tutta la penisola sarebbero 45 mila, quasi il 3 per cento del totale, i professionisti che non si sono vaccinati: per loro la legge prevede, in una prima fase, che possano essere addetti allo svolgimento di mansioni non a contatto con i pazienti, ma in seguito potrebbero essere messi in ferie forzose, fino alla sospensione dalla professione senza stipendio.
Alessandro Martegani