Attenzione alle app di lettura dei Green pass: alcune sono illegali, altre addirittura trasferiscono i dati a terzi.
L’allarme è stato lanciato dal Garante della privacy in Italia, che ha ricordato come nel paese l'unico strumento utilizzabile per verificare la certificazione, e garantire la privacy delle persone, sia l'app “Verifica C19”, rilasciata dal Ministero della salute.
Si tratta di un problema reale, perché le app di verifica sono state scaricate da milioni di utenti, e vengono utilizzate costantemente nel paese dalle imprese e da tutte le attività che richiedono la certificazione.
Diversi produttori e sviluppatori – ha spiegato il garante -, anche di altri paesi, “hanno messo a disposizione sugli store on line app per la verifica del Green pass che consentono a chi le scarica, inquadrando il QR Code, di leggere dati personali e perfino dosi o tamponi effettuati”, dati che in realtà sono sensibili e possono essere consultati solo dalle autorità sanitarie, ma soprattutto in alcuni casi “le app richiedono anche una registrazione per il download e trasferiscono i dati a terzi".
L’autorità ha annunciato un’indagine sulle applicazioni non in regola “a tutela degli utenti”.
Proprio l’app Verifica C19, l’unica considerata sicura dal Garante, sviluppata dal dipartimento per la Transizione digitale, è stata però oggetto di una sorta di boicottaggio in rete da parte della comunità no vax. Grazie ad appelli e al passaparola on line, più di 12 mila persone hanno lasciato commenti, in gran parte negativi, sul Play store, il negozio virtuale dove gli utenti Android possono scaricare le app.
Secondo i critici, che invitano a non scaricare né a utilizzare l’applicazione, Verifica C19 “discrimina le persone”, non funzionerebbe correttamente: si tratta di un attacco organizzato, teso a far ritirare l’app dallo store e boicottare le verifiche.
Alessandro Martegani