La guerra in Ucraina ha avviato anche un ripensamento sul ruolo delle forze armate in Italia e soprattutto sul budget da destinare alle spese militari.
Il segnale è stato il voto quasi unanime della Camera su un ordine del giorno che invita il governo a spendere di più nella Difesa e arrivare presto al 2 per cento del prodotto interno lordo impiegato in spese militari. Attualmente la spesa quotidiana per le forze armate è di 68 milioni di euro, e si punta portarla a 100 milioni, per assicurare la difesa del paese. In totale se oggi l’Italia spende 24,5 miliardi di euro per le forze armate, dovrebbe arrivare a spendere fino a 9 in più.
Le cifre attuali in effetti rivelano dei problemi per un paese di 60 milioni di abitanti: gli uomini e le donne impiegate nelle forze armate sono 150 mila, un numero basso rispetto alle dimensioni del paese. In Marina ad esempio, come ha dichiarato al quotidiano la Stampa la presidente della commissione Difesa al Senato Roberta Pinotti, non ci sarebbero nemmeno militari sufficienti per far muovere tutta la flotta italiana, anche il reparto dei carri armati è ormai ridotto ai minimi termini, e, fra dismissioni e cicli di manutenzione, ci sarebbero solo 100 aerei da combattimento realmente operativi.
Tutto questo mentre l’esercito è sempre più in allerta e si prepara ad addestramenti specifici: ha fatto discutere infatti la circolare interna, finita sui giornali, in cui lo Stato Maggiore dell'Esercito Italiano sottolinea come “in un momento caratterizzato dall'intensificarsi delle tensioni geopolitiche, deve essere effettuato ogni possibile sforzo” affinché tutte le risorse possano essere disponibili e pronte a muoversi. Si raccomanda anche di orientare gli addestramenti a scenari di combattimento su campi di battaglia, tenere pronti reparti di artiglieria semoventi e “provvedere affinché siano raggiunti e mantenuti i massimi livelli di efficienza di tutti i mezzi cingolati, gli elicotteri e i sistemi d'arma dell'artiglieria”.
Parole che fanno intravvedere un coinvolgimento nella guerra anche se lo stesso ministro della difesa Lorenzo Guerini ha gettato acqua sul fuoco: “È una circolare normale, ordinaria – ha detto –, dice di focalizzare l'attività esercitativa sulle prime due missioni delle nostre Forze armate, cioè la difesa dello Stato e la difesa degli spazi euroatlantici, euromediterranei. È normale che l'attività esercitativa delle Forze armate – ha concluso - si realizzi anche tenendo conto della contingenza nella quale ci troviamo”.
Alessandro Martegani