Uno sforzo diplomatico per raggiungere la pace, ma anche un’azione per rendere l’Italia e l’Europa indipendenti dalle risorse energetiche, ma anche alimentari, che giungono da Russia e Ucraina.
Mario Draghi, intervenuto alle camere per fare il punto sulla guerra in Ucraina, sulle trattative di pace e sulle conseguenze del conflitto, ha ribadito la posizione dell’Italia e dell’Unione europea al fianco della Nato e di condanna all’invasione russa, ma anche la necessità di agire per scongiurare quella che, se la situazione dovesse continuare senza sviluppi positivi, potrebbe rivelarsi un’emergenza energetica ma anche alimentare, visto che dai cereali russi e ucraini dipendono parte dei fabbisogni di molti paesi.
Il Premier ha confermato l’appoggio alle sanzioni decise dall’Europa e anche all’invio di aiuti militari all’Ucraina, ma anche la necessità, nonostante la recente espulsione di 24 diplomatici italiani da parte di Mosca, di tener sempre aperti canali di dialogo per raggiungere una pace concordata: “L'Italia - ha detto - si muoverà al livello bilaterale e insieme ai partner europei e gli alleati” per cercare la pace, “ma dovrà essere Kiev a decidere che pace accettare, perché se non fosse accettabile dall'Ucraina non sarebbe nemmeno sostenibile". Draghi ha anche ribadito che “l’Italia è favorevole all’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea”.
Mario Draghi ha poi fatto il punto sulla situazione sul campo, dove “la speranza dell'esercito russo di conquistare tutta l'Ucraina in poco tempo si è scontrata con la forza dell'esercito ucraino che ha respinto - ha detto - i tentativi di conquistare tutto il sud-est del Paese”. “Il costo dell’invasione russa in termini di vite umane è terribile” ha sottolineato, ricordando che “la scorsa settimana sono state ritrovate fosse comuni anche a Kiev”.
Sullo sfondo poi rimangono anche i problemi dialogo con la Turchia, contraria all’adesione alla Nato di Finlandia e Svezia. Il premier ha annunciato che a luglio sarà ad Ankara, per un vertice bilaterale che potrebbe allentare la tensione fra i due paesi e i due premier, visto che lo stesso Draghi non aveva risparmiato critiche a Erdogan in passato.
Alessandro Martegani