I dati del terzo trimestre dell'anno rischiano di creare ulteriori tensioni sul governo e sul dibattito sulla Manovra. L'Istat ha infatti rivisto al ribasso rispetto ai dati provvisori, contrariamente alle attese del governo, il Prodotto interno lordo, tornato in negativo.
Il dato destagionalizzato è diminuito infatti dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e aumentato dello 0,7% rispetto allo stesso trimestre del 2017, il primo dato negativo dopo 14 trimestri di crescita.
Si tratta solo di un trimestre, e il dato tendenziale rimane positivo, ma è in ogni caso un segnale preoccupante soprattutto alla luce dei dati ben più ottimistici che il governo deve ottenere per far funzionare la strategia per rilanciare l'economia.
I dati hanno poi alimentano i timori di un nuovo ritorno della recessione dopo le crisi del 2007 e del 2014, anche perché la flessione, prevista per la fine dell'anno, è arrivata prima del previsto, e al di fuori dell'andamento europeo: solo la Germania ha registrato un andamento negativo nel terzo trimestre, con meno 0,2%, mentre Francia, Spagna, e il Regno Unito sono cresciute di quasi mezzo punto.
I dati sulla disoccupazione, rivelano poi un aumento del 10,6%, ma anche una leggera crescita degli occupati.
Una situazione che non può non preoccupare il governo: "Faremo salire il Pil", assicura il premier Giuseppe Conte, mentre Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno addebitato il risultato alle politiche del precedente governo, invitando ad attendere gli effetti della prossima manovra. "Con noi era tornata la crescita - ha però commentato Matteo Renzi - con loro torna recessione".