Prima il Premier Giuseppe Conte, poi la ministra dell'interno Luciana Lamorgese e il ministro della salute Roberto Speranza. È avvenuto a Roma il colloquio fra i magistrati che indagano sulla mancata istituzione della zona rossa nei comuni del bergamasco e i rappresentanti del governo, sentiti come persone informate sui fatti.
Al centro dell’inchiesta le responsabilità dei ritardi nell’isolamento ad Alzano e Nembro: i magistrati devono capire a chi spettasse la responsabilità d’isolare i due comuni del bergamasco dove già dalla fine di febbraio i contagi erano cresciuti in maniera esponenziale, divenendo una probabile causa dell’alto numero di morti nella valle e soprattutto nelle case di riposo per anziani. Il colloquio fra Conte e i magistrati è durato tre ore.
Sulla vicenda c’era stato nelle scorse settimane uno scambio di accuse reciproche fra la regione Lombardia e il governo, riguardo la responsabilità di disporre l’isolamento dell’area, una vicenda su cui i magistrati, che hanno già interrogato il presidente della Lombardia Attilio Fontana e l'assessore al Welfare Giulio Gallera, hanno deciso di sentire anche il governo e i i tecnici che hanno lavorato per far fronte all'emergenza Coronavirus.
La pm di Bergamo, Maria Cristina Rota, al termine dei colloqui non ha confermato che istituire la zona rossa fosse responsabilità del governo. "Le audizioni - ha aggiunto - si sono svolte in un clima di massima distensione e di massima collaborazione istituzionale”.
Due giorni fa il pool di magistrati aveva ascoltato anche il presidente dell'istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, per ricostruire cosa fosse accaduto dal 3 al 7 marzo, quando l'esecutivo aveva deciso di trasformare l'intera Lombardia e altre 14 province in zona rossa.
Sulla vicenda però è in atto anche uno scontro politico, con Matteo Salvini che ha difeso la giunta Lombarda, affermando che “Spettava al governo creare le zone rosse, la Regione Lombardia – ha aggiunto - non aveva alcuna responsabilità”.
Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha però lanciato pesanti accuse all’amministrazione regionale: “Da quando abbiamo segnalato che i decessi reali erano molti di più di quelli "ufficiali", - ha detto - hanno secretato i dati per provincia". Quanto dichiarato da Gori, hanno però replicato dalla Giunta Lombarda, "non corrisponde al vero" perché l'informazione "non è cambiata e continua a essere la stessa".
Salgono ancora intanto i contagi da coronavirus in Italia, con un incremento di 393 casi rispetto a ieri, quando si era registrata una crescita di 379. In Lombardia i nuovi contagiati sono 272 in più, pari al 69,2 per cento dell'aumento totale in Italia.
Alessandro Martegani