Una famiglia che aumenta sempre di più, e che sta anche ringiovanendo grazie ai nuovi trasferimenti e alle nascite all’estero: è il quadro tracciato della comunità degli italiani all’estero dal Rapporto Italiani nel Mondo 2020, presentato in settimana dalla Fondazione Migrantes-CEI.
Gli italiani che risiedono al di fuori della penisola, per trasferimento recenti o perché appartengono a comunità consolidate, iscritti all’anagrafe degli italiani residenti all’estero, sono ormai quasi 5 milioni e mezzo, pari a poco più del 9 per cento della popolazione italiana. Si tratta di una comunità che in quindici anni è aumentata, abbassando anche l’età media grazie alle nascite più che raddoppiate, alla decisione di interi nuclei familiari con minori al seguito, oltre che da connazionali fra i 19 e 40 anni, di trasferirsi.
Di contro sussiste anche a un progressivo invecchiamento della comunità “storica”, costituita da prime e seconde generazioni, e la tendenza generale è contrastata anche dal nuovo fenomeno dei “migranti previdenziali”, che decidono, una volta raggiunta l’età della pensione, di trasferirsi in cerca di condizioni fiscali più vantaggiose.
Alla presentazione è intervenuto in video conferenza anche il premier italiano Giuseppe Conte che ha quantificato in ottanta milioni le persone legate alla comunità degli italiani nel mondo, e sottolineato come sia “ancora oggi fondamentale, per le istituzioni, per il Governo, riflettere sulle motivazioni che hanno portato e ancora spingono tanti italiani, giovani e meno giovani, a scegliere la via dell'espatrio”.
Ogni giovane che decide di lasciare il paese è una risorsa sottratta all’Italia, ha spiegato, sottolineando come “l’emigrazione italiana si sia sempre accompagnata a storie di successo” e “la vicenda degli emigrati italiani del passato sia idealmente collegata a quella dei molti giovani che scelgono, ancor oggi, di partire per l'estero e ancora oggi è nostro dovere costruire le condizioni per garantire a questi connazionali la possibilità di tornare in Italia nel medio periodo, arricchiti dal bagaglio di esperienze umane, professionali, culturali e linguistiche maturate fuori dal nostro Paese”.
“L’Italia - ha concluso - ha bisogno di chiamare a raccolta le proprie energie migliori e, tra queste, ci sono senz’altro le energie di tanti giovani che sono in questo momento all’estero. A loro dobbiamo offrire delle opportunità, assistenza, servizi, attraverso Ambasciate e Consolati, e anche incentivi a rientrare nel nostro Paese”.
Alessandro Martegani