Conte è giunto in aula fra gli applausi e ha stretto personalmente la mano a tutti i ministri, in gran parte dei 5 Stelle, che avevano occupato i banchi del governo per tempo per non lasciare spazio ai colleghi della Lega. Accanto a lui i due vicepremier, e ora avversari, Matteo Salvini e Luigi di Maio.
Conte, ricostruendo le ultime convulse settimane, con l’insofferenza crescente per la situazione da parte della Lega, ha accusato apertamente il partito di Salvini di aver aperto la crisi per pura convenienza politica, ha ricordato le iniziative e i provvedimenti del governo a favore del rilancio dell’economia e le riforme, non risparmiando accuse dirette al leader della Lega, che, ha spiegato “ha mostrato di inseguire interessi personali e di partito”. “Le scelte compiute e i comportamenti adottati in questi ultimi giorni dal Ministro dell’Interno - ha aggiunto - rivelano scarsa sensibilità istituzionale e grave carenza di cultura costituzionale”.
“All'indomani della competizione Europea, - ha detto - il Ministro dell'Interno e leader della Lega ha posto in essere un'operazione di progressivo distacco dell'azione di governo, un'operazione che ha finito per distrarlo dai suoi stessi compiti istituzionali e l'ha indotto alla costante ricerca di un pretesto che potesse giustificare la crisi di governo e il ritorno alle urne. Caro Ministro dell'Interno, caro Matteo - ha aggiunto - promuovendo questa crisi di governo ti sei assunto una grande responsabilità di fronte al paese. Hai annunciato questa crisi chiedendo pieni poteri per governare il paese, e ancora di recente ti ho sentito invocare le piazze a tuo sostegno, e questa tua concezione, permettimi di dirlo, mi preoccupa: non abbiamo bisogno di persone di uomini con pieni poteri ma di persone che abbiano cultura e suonare e senso di responsabilità”.
“Per giustificare la scelta di far ritorno alle urne elettorali - ha poi affermato rivolto ai banchi della Lega - avete tentato di accreditare maldestramente l'idea di un governo dei no, del non fare, e pur di battere questa fatua grancassa mediatica avete macchiato 14 mesi di intensa attività di governo”. “
Il premier ha citato anche casi concreti che hanno messo in imbarazzo il governo, dagli incontri con le parti sociali al Viminale, al rifiuto di chiarire il caso Lega Russia, dalle critiche di Salvini agli altri ministri al mancato rispetto degli accordi di governo e personali con il premier. “Chi ha compiti di responsabilità - ha detto - dovrebbe evitare durante i comizi di accostare agli slogan politici i simboli religiosi”.
Non è mancato un riferimento al Movimento 5 Stelle, ringraziato da Conte, che però non ha mancato di richiamare i grillini a un maggior rispetto delle istituzioni e a essere più attenti ai bisogni del paese e meno ai sondaggi.
La situazione per Conte in ogni caso non consente di proseguire e impone le dimissioni, annunciate nel corso dell’intervento.
Nella replica Salvini ha ribadito l’insofferenza verso quelle che considera ingerenze dell’Unione europea nella politica interna del paese, e verso le limitazioni che sarebbero state imposte alla sua azione da parte degli ormai ex alleati dei 5 Stelle, ribadendo le proprie decisioni, mettendo in guardia contro maggioranze alternative, considerate dal leader della Lega un insulto alla volontà degli italiani. “Nel mio paese il futuro degli italiani vale più di mille poltrone - ha detto -, non ho paura a mollare le nostre poltrone non hanno paura le donne e gli uomini della Lega, non hanno paura i ministri della Lega, gente libera che risponde solo e soltanto al popolo italiano, e non alla Merkel o a Macron”.
Contrari al voto a ottobre invece i senatori del PD, che chiedono un nuovo governo per approvare almeno legge di bilancio, come ha sottolineato Matteo Renzi, che ha ricordato a Salvini come “non è un colpo di stato cambiare di governo, è un colpo di sole aprire una crisi in questo momento”. La posizione del Pd era stata anche anticipata dal segretario Nicola Zingaretti, che pur apprezzando l’intervento di Conte ha ricordato come “In questi 14 mesi, Conte sia stato il Presidente del Consiglio, e all’elenco delle cose fatte non possa non seguire l'elenco dei disastri prodotti in economia, sul lavoro, sulla crescita, sullo sviluppo. Questo - ha aggiunto - è il vero motivo del pantano nel quale l'Italia è finita. Per questo qualsiasi nuova fase politica non può non partire dal riconoscimento di questi limiti strutturali di quanto avvenuto in questi mesi”.
Si aprono ora giorni difficili, soprattutto per il Capo dello Stato Sergio Mattarella, che dovrà valutare se esistono le condizioni per proseguite la legislatura formando un nuovo governo, o se l’Italia sarà destinata a una nuova campagna elettorale, forse mai interrotta, in vista delle elezioni ottobre.
Alessandro Martegani