Da oggi è entrata nel vivo la sperimentazione del vaccino italiano. La prima dose è stata inoculata alla volontaria, presenti all'avvio del test il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato e i vertici dell'Istituto per le malattie infettive Spallanzani. Francesco Vaia, direttore sanitario dello stesso Spallanzani ha dichiarato la propria soddisfazione ed il proprio orgoglio per questa sperimentazione, precisando che se tutto andrà bene il vaccino sarà pronto in primavera.
"Si inaugura così la classica fase uno - ha aggiunto Vaia - che dovrà verificare se la dose di vaccino non darà effetti collaterali al paziente e, soprattutto, se questa dose è immunogenica, se capace cioè di produrre all'interno dell'organismo la creazione di anticorpi. Anticorpi che devono essere neutralizzati, cioè capaci di bloccare la replicazione virale. Dopodiché i cittadini sottoposti alla sperimentazione, fino all'autunno, verranno osservati per 12 settimane. La seconda e la terza fase prevedono la sperimentazione nei paesi dove la virulenza è molto più alta rispetto all'Italia, come il Brasile o il Messico", ha concluso Vaia.
Il governatore Zingaretti ha affermato che il vaccino sarà a disposizione di tutti, in quanto si tratta di un bene comune.
La sperimentazione, oltre che allo Spallanzani, sarà condotta anche al Centro Ricerche Cliniche di Verona.
La selezione dei volontari prevede 45 soggetti adulti sani di età compresa tra 18 e 55 anni e 45 soggetti sani anziani di età compresa tra 65 e 85 anni. Le selezioni sono definite per avere tre bracci di trattamento a tre dosi crescenti composti da 15 partecipanti ciascuno, per un totale di 6 gruppi.
Davide Fifaco