15 maggio: è questa la data in cui i confini italiani diverranno, se non aperti, perlomeno un po’ più permeabili per consentire gli spostamenti, ma soprattutto l’arrivo di turisti sulla penisola.
Prima delle vacanze di Pasqua, per “scoraggiare” i viaggi per turismo all’estero, il governo italiano aveva introdotto l’obbligo, per chi arriva o rientra in Italia da un paese europeo, di presentare il risultato di un tampone negativo effettuato nelle precedenti 48 ore, ma anche di restare in quarantena per cinque giorni ed eseguite un nuovo tampone alla fine del periodo. La regola vale per tutti, vaccinati o meno.
Un provvedimento che è stato prorogato fino al 15 maggio, ma che non dovrebbe essere ulteriormente rinnovato come ha confermato lo stesso premier Mario Draghi, nel corso del G20 con i ministri del Turismo, "Il mondo vuole viaggiare in Italia – ha detto - e l'Italia è pronta a ridare il benvenuto al mondo. Grazie al pass italiano - ha spiegato - i turisti saranno in grado di spostarsi da un Paese all'altro senza quarantena, a patto che possano dimostrare di essere guariti dal Covid, vaccinati o negativi a un tampone".
Basta con la quarantena quindi, un passo indispensabile per rilanciare il turismo: ben difficilmente infatti qualcuno prenoterebbe delle vacanze in Italia sapendo di dover passare i primi cinque giorni in isolamento, ma la disposizione stava creando difficoltà quotidiane anche nelle aree di confine fra Slovenia e Friuli Venezia Giulia, per il rischio che ogni minimo spostamento verso l’Italia, anche semplicemente per andare a trovare un parente a pochi chilometri o a fare benzina, potesse comportare per i residenti in Italia al rientro o per chi entrava dalla Slovenia, due tamponi e cinque giorni di isolamento.
L’Italia si adegua quindi sostanzialmente al sistema già in vigore in Slovenia, che consente l’ingresso, senza alcuna motivazione specifica, ai vaccinati, ai guariti dal Covid nei precedenti sei mesi, o a chi abbia fatto un tampone con esito negativo nei precedenti due giorni. Rimane invece qualche differenza sulle eccezioni, come i lavoratori transfrontalieri, che per l’Italia possono attraversare liberamente il confine, mentre per la Slovenia devono effettuare un tampone alla settimana.
Anche queste differenze però dovrebbero essere uniformate verso giugno, quando dovrebbe partire il pass vaccinale valido per tutti i paesi dell’Unione. In Italia uno strumento simile, il certificato verde nazionale, sarà operativo già dal 16 maggio, e servirà, oltre che per entrare in Italia, anche per spostarsi liberamente fra tutte le regioni, anche quelle arancioni o rosse, mentre non sarà necessario per quelle gialle o bianche. In Italia peraltro sono già attivi i certificati, che dal 26 aprile consentono agli italiani di spostarsi anche tra regioni di colore differente.
Alessandro Martegani