“Le stime dei danni sono molto ingenti, parliamo di centinaia di milioni di euro, ma non si tratta di quantificare i danni soltanto, ma del futuro stesso della città, perché lo spopolamento di Venezia nasce anche da questo”.
Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro non nasconde tutte le sue preoccupazioni dopo i nuovi picchi di acqua alta nella città veneta.
L’acqua ha raggiunto uno dei livelli più alti mai registrati, un metro e 87 sul medio mare, e la situazione rimane difficile per le piogge e lo scirocco che non consente all’acqua di defluire dalla laguna.
L’80 per cento del centro storico è stato allagato, causando danni ingenti ai piani bassi di case e negozi. Danni anche ai simboli della città come la Basilica di San Marco, invasa da quasi un metro d’acqua con la cripta sommersa, il Teatro La Fenice allagato con il sistema elettrico e quello antincendio fuori uso e la sede del municipio affacciata sul Canal Grande isolata.
Purtroppo, ci sono state anche due vittime sull’isola di Pellestrina, e la marea ha anche trascinato via alcune imbarcazioni: una sessantina quelle danneggiate, tra cui alcuni vaporetti.
Il premier Giuseppe Conte e la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli sono giunti a Venezia nel primo pomeriggio, e anche il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha telefonato al sindaco Brugnaro, che ha deciso di tenere chiuse le scuole della città e delle isole, e ha già annunciato la richiesta di stato di calamità naturale, sottolineando la necessità di completare al più presto il “Mose”, il sistema di controllo delle maree. Il governatore del Veneto Luca Zaia ha parlato di “scenari di devastazione apocalittica” in tutta la regione.
Venezia non è però l’unica situazione difficile in Italia: allerte sono state diramate in molte altre regioni italiane e il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha chiesto lo stato di emergenza dopo l'ondata di maltempo che ha colpito la Regione nelle zone costiere da Latisana a Duino-Aurisina.
Alessandro Martegani