Il decreto dignità. E' questo il nome che il vice premier Luigi Di Maio ha deciso di dare al primo provvedimento, di fatto, del governo giallo verde. Un'iniziativa di chiaro segno pentastellato che oltre a limitare la pubblicità per quanto riguarda il gioco di azzardo, sferra soprattutto un primo colpo al Jobs act, con l'avvallo del gruppo parlamentare della Lega.
Nonostante i molti "stop&go" il testo definitivo ha preso forma ieri e prevede una stretta sui contratti a termine, che potranno essere al massimo di 24 mesi e non più di 36. Cambiate anche le norme da applicare in caso di proroga del contratto: dopo il primo rinvio il datore di lavoro dovrà pagare uno 0,5% in più sul contratto. Per gli ingiusti licenziamenti a partire dall'entrata in vigore del decreto si potrà arrivare fino a 36 mesi di penalità.
D'ora in poi ci saranno anche sanzioni per le aziende che dopo aver preso soldi pubblici scelgono di delocalizzare all'estero; mentre si cercherà di venire incontro alle aziende diminuendo il costo del lavoro. Verrà anche disattivato il redditometro e lo split payment per i professionisti. Vietata, inoltre, per la prima volta in Europa, la pubblicità a giochi e scommesse.
Tutte norme con cui il governo scardina il decreto Poletti e, in parte, il Jobs Act nel giorno in cui, ha detto Di Maio, i dati Istat hanno consegnato "un record di precariato e non di occupazione". "Smantelleremo il jocs act", questa la sua promessa, che incassa le critiche sia della Confindustria sia dagli esponenti della sinistra parlamentare.