Mario Draghi è stato l’ospite che ha aperto l’edizione del 2020 del meeting di Rimini, tradizionale, appuntamento di confronto di fine estate, organizzato da Comunione e Liberazione, quest’anno, come molti altri eventi, segnato dalla pandemia che ne ha modificato il programma senza però rinunciare a interventi come quello di “Mister Euro”, il presidente della Bce a cui viene unanimemente riconosciuto un ruolo fondamentale nella difesa della moneta unica e della stabilità finanziaria dell’Europa negli ultimi 10 anni.
Al centro dell’intervento di Mario Draghi naturalmente gli effetti della pandemia, un fenomeno, ha detto che “minaccia non solo l'economia, ma anche il tessuto della nostra società, così come l'abbiamo finora conosciuta, diffonde incertezza, penalizza l'occupazione, paralizza i consumi e gli investimenti”.
Una crisi, ha continuato, in cui però, nonostante le esigenze immediate dell’economia, non bisogna perdere di vista il futuro e i giovani: i sussidi non bastano, bisogna anche formare i cittadini di domani: "Ai giovani - ha detto - bisogna dare di più, i sussidi finiranno e resterà la mancanza di una qualificazione professionale, che potrà sacrificare la loro libertà di scelta e il loro reddito futuri".
E sempre pensando ai giovani bisognerà anche capire come ripagare ed estinguere in futuro, la massa di debito necessaria a sostenere l’economia nel presente.
“Il debito creato con la pandemia è senza precedenti – ha spiegato - e dovrà essere ripagato principalmente da coloro che sono oggi i giovani. È nostro dovere – ha aggiunto - far sì che abbiano tutti gli strumenti per farlo pur vivendo in società migliori delle nostre. Privare un giovane del futuro è una delle forme più gravi di diseguaglianza. La situazione presente – ha concluso - rende imperativo e urgente un massiccio investimento di intelligenza e di risorse finanziarie in questo settore. La partecipazione alla società del futuro richiederà ai giovani di oggi ancor più grandi capacità di discernimento e di adattamento".
Alessandro Martegani