Al centro di piazza Duomo, di fronte la Cattedrale cittadina, la cittadinanza tutta, con in testa il sindaco Alessandro Andreatta si è ritrovata nel primo pomeriggio in un momento di raccoglimento per ricordare Antonio Megalizzi ed esprimere la propria solidarietà nei confronti della sua famiglia e di tutte le altre vittime del terrorismo. Ma è l’Italia intera ad essere a lutto oggi per l'ultimo addio al giornalista trentino di 29 anni ucciso nel sanguinoso attentato di Strasburgo dello scorso 11 dicembre. In concomitanza con i funerali la presidenza del Consiglio ha infatti disposto che tutte le bandiere, nazionale ed europea, esposte sugli edifici pubblici dell’intero territorio italiano siano posizionate a mezz’asta in segno di lutto. Dolore e costernazione accompagnano i ricordi di quanti hanno conosciuto e collaborato con Antonio Megalizzi, un punto di riferimento della sua università, innamorato del giornalismo e dell’Europa, impegnato sul campo nel progetto di un Europa più equa e unita. Ascoltiamo il Rettore dell’Università di Trento, Paolo Collini.
COLLINI: “Antonio è una persona straordinaria, il suo entusiasmo, la sua grande passione per la radio, il giornalismo, per l’Europa non come istituzione, ma come luogo di realizzazione dei desideri, dei sogni. La sua perdita è una tragedia enorme e che sia stato colpito lui è un assurdità ancora più grave”.
Antonio Megalizzi, un giovane talento della generazione Erasmus, convinto europeista, che guardava a Strasburgo e a Bruxelles come ai simboli di un mondo migliore, di un’idea più grande e nobile, per la quale valeva la pena impegnarsi e lottare.
Miro Dellore