Troppa prudenza secondo alcuni rappresentanti della politica italiana, nelle annunciate disposizioni del governo per la “Fase 2”. Il timore è che molte aziende ed imprese, obbligate a rimanere chiuse fino a giugno, non escano più dalla crisi. Tra chi chiede un'accelerata anche il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che ha chiesto al governo (di cui fa parte nelle maggioranza) di trasformare il dpcm in un decreto da votare in parlamento. Renzi chiede che la riapertura sia “regionalizzata”, sottolineando che ha poco senso continuare a non far lavorare attività in regioni dove ci sono pochissimi contagi. Anche alcuni parlamentari del Partito Democratico sono d'accordo con la visione del leader di Italia Viva, fatto che potrebbe far traballare la maggioranza.
Anche l'opposizione è in fibrillazione. Matteo Salvini ha annunciato per il 1 maggio un piano sulla Fase 2 vista dalla Lega, spiegando che se non sarà sufficiente farsi sentire sui social bisognerà scendere anche nelle piazze e nelle strade. Iniziativa messa subito in atto da Giorgia Meloni e dai parlamentari di Fratelli d'Italia che hanno manifestato in favore delle riaperture davanti a Palazzo Chigi; iniziativa che lo stesso Salvini ha poi criticato aggiungendo che ora è inutile scendere in piazza, sconfessando quindi quanto lui stesso aveva affermato in precedenza.
Intanto una relazione tecnica consegnata al governo dall'Istituto superiore di sanità e dal Comitato tecnico-scientifico ha evidenziato come il modo corretto per agire sarebbe quello di sperimentare per 14 giorni le misure di riapertura parziale che saranno avviate dal 4 maggio per alcuni settori lavorativi, monitorando l'impatto sull'andamento dei contagi e considerando che una riapertura totale porterebbe ad un veloce collasso delle terapie intensive con una stima di 151 mila ricoveri già a giugno. Da qui la raccomandazione degli scienziati di adottare un "approccio a passi progressivi", puntando sull'uso del distanziamento sociale, delle mascherine e delle norme di igiene.
Davide Fifaco